Riporta in equilibrio il tuo intestino
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Reflusso gastroesofageo e gastrite sono due disturbi sempre più comuni.
Entrambi sono sintomi legati ad uno stato di fortissima infiammazione allo stomaco, e abitudini alimentari e di vita sbagliate possono acuirne i sintomi.
In questo articolo scopri le cause, i sintomi e i rimedi per sconfiggere e prevenire questi problemi.
Il nostro stomaco è uno straordinario laboratorio chimico, attrezzato per una corretta digestione del cibo, in particolare grassi e proteine.
Lo stomaco produce succhi gastrici, liquidi composti da acido cloridrico ed enzimi che servono per aggredire e scomporre il cibo che ingoiamo dopo aver viaggiato attraverso l’esofago.
A differenza di quanto siamo portati a credere, l’ambiente dello stomaco necessita di un alto grado di acidità, il cui valore di pH si attesta attorno ad 1.6, valore necessario per l’attivazione dell’enzima pepsina deputato alla digestione delle proteine.
Un livello di acidità così elevato non è affatto dannoso per lo stomaco e non deve spaventare: le sue pareti sono protette da uno strato di muco a base di bicarbonato che funge da barriera.
Lo stesso invece non può dirsi delle pareti dell’esofago, prive di ogni protezione e molto sensibili.
Quando l’equilibrio tra muco e succhi gastrici si altera, nello stomaco si crea un’eccessiva acidità che intacca la valvola Cardias, chiamata anche sfintere esofageo inferiore (LES).
Si tratta di una valvola “cuscinetto” tra stomaco ed esofago che funge da barriera antireflusso e che dovrebbe aprirsi solo in caso di eruttazione o di vomito.
Il Cardias si rilassa in fase di riposo e si contrae quando inizia la digestione, isolando lo stomaco ed impedendo ai succhi gastrici di risalire nel canale dell’esofago.
Quando i succhi gastrici contengono una concentrazione di acido cloridrico in eccesso, questi intaccano anche la valvola, causandone il malfunzionamento.
Il Cardias inizia ad aprirsi quando non dovrebbe, permettendo così il passaggio verso l’alto dei succhi gastrici che irritano le pareti dell’esofago causando i sintomi di bruciore, tipici del reflusso gastroesofageo.
I sintomi più comuni del reflusso gastroesofageo sono:
La sintomatologia può estendersi ed interessare anche organi al di fuori dell’apparato digerente, manifestandosi sotto forma di asma, tosse cronica e laringiti.
Il reflusso gastroesofageo associato a dolore allo stomaco può invece indicare la presenza di un problema al sistema digestivo più significativo che, se non trattato, potrebbe comportare gravi rischi per la salute.
Se questo è il tuo caso, sottoponilo all’attenzione del medico.
Una delle cause scatenanti il reflusso gastroesofageo può essere lo stress.
In questa situazione, le ghiandole surrenali producono maggiore quantità di cortisolo conosciuto proprio come l’ormone dello stress.
Più siamo stressati, più cortisolo abbiamo in circolo e più acido cloridrico si riversa nello stomaco, rompendo l’equilibrio acido-muco protettivo.
Il cortisolo, poi, è legato ad un altro ormone: l’insulina.
Infatti, quando consumiamo un pasto o una colazione a base di zuccheri e carboidrati, subiamo dapprima un picco glicemico e, dopo che l’insulina è intervenuta per togliere lo zucchero in eccesso dal sangue, un rapido calo glicemico (il classico calo degli zuccheri).
È in quel momento che interviene il cortisolo, che rispristina il giusto livello di glucosio.
Ora, una dieta incentrata sui carboidrati ed alimenti ad alto indice glicemico unita a ritmi di vita frenetici, fanno sì che nel nostro organismo ci sia un continuo superlavoro per insulina e cortisolo.
Nel lungo periodo ciò non è affatto salutare perché l’’insulina è un ormone pro infiammatorio e favorisce l’acidità e l’infiammazione generale.
Il cortisolo induce una maggiore produzione di succhi gastrici, favorendo sia il reflusso gastroesofageo sia altre patologie dello stomaco indotte dall’assottigliarsi del muco a difesa delle sue pareti che sono così più vulnerabili ad infiammazione ed ulcere.
Dopo aver parlato del reflusso, affrontiamo ora un altro disturbo che è sempre legato all’infiammazione presente nello stomaco: la gastrite.
Questo disturbo si caratterizza per la sensazione di bruciore allo stomaco o dolore, nausea, vomito, singhiozzo, eruttazione continua, crampi addominali, diarrea.
Si tratta di un’infiammazione acuta e momentanea, o cronica e persistente dello stomaco che comporta la progressiva erosione della mucosa gastrica.
La gastrite acuta si manifesta improvvisamente ma può risolversi in un arco di tempo limitato.
È spesso la conseguenza di abitudini alimentari scorrette come abuso di cibi particolarmente piccanti, consumo eccessivo di sostanze alcoliche, assunzione di farmaci.
I sintomi potrebbero andare e venire a seconda di altri fattori, stile di vita, stress, che influenzano il corretto funzionamento dell’apparato digestivo.
La gastrite cronica ha una sintomatologia meno improvvisa e più lenta.
Alcune persone non sperimentano sintomi evidenti per molti anni fino a quando non sviluppano altri problemi a causa dell’infiammazione.
Può essere scatenata da infezione da Helicobacter pylori, insufficienza renale o epatica, morbo di Crohn, AIDS, patologie autoimmuni e provoca un assottigliamento della mucosa gastrica e un aumento graduale delle cellule infiammatorie.
Che si tratti di un fenomeno temporaneo o cronico, la causa scatenante della gastrite è l’infiammazione.
Quando il rivestimento delle pareti si infiamma, il sistema digestivo produce meno acido cloridrico e meno enzimi, lo stomaco è più vulnerabile a virus, primo tra tutti l’Helicobacter Pylori.
In alcune persone questo batterio prolifera rapidamente e va ad annidarsi nel rivestimento dello stomaco, dove nel tempo provoca erosione, ulcere gastriche e altri problemi.
Una bassa funzione immunitaria e una notevole quantità di stress sono due motivi per cui può manifestarsi questo tipo di infezione ma, alla base, ciò che rende il terreno fertile all’Helicobacter è pur sempre l’infiammazione.
Se una ridotta quantità di acido cloridrico nello stomaco favorisce la crescita del batterio, una produzione eccessiva è altrettanto dannosa, altera l’equilibrio tra muco e succhi gastrici ed è un’altra delle cause della gastrite.
Un’altra causa scatenante la gastrite è la disbiosi intestinale, quando cioè la microflora si altera.
Più c’è disbiosi, più l’intestino produce istamina, un composto azotato derivante dalla cattiva conservazione e putrefazione delle proteine animali nonché dalla loro mal digestione e dannose per il nostro organismo.
Attraverso uno dei suoi recettori, l’H2, l’istamina modula anche la produzione di acido cloridrico, utile a tenere sotto controllo l’eventuale proliferazione di batteri responsabili, a loro volta, di un eccesso di produzione d’istamina.
Il problema è che più istamina c’è nel corpo, più lo stomaco a sua volta è indotto a produrre acido cloridrico e dunque infiammazione che favorisce la comparsa di bruciore e gastrite.
La gastrite e il reflusso, pur essendo disturbi diversi, hanno alcuni tratti in comune.
Come visto, la tendenza a consumare cibi poco nutrienti, acidi e riscaldanti, e uno stile di vita stressato, possono farli comparire e rendere cronici.
Ecco allora la strategia vincente affinché la gastrite e il reflusso siano solo lontani ricordi.
I medici raccomandavano alle persone con gastrite o ulcere, di consumare più pasti con piccole porzioni e in modo frequente ma la ricerca ha dimostrato che questa tattica promuove alti livelli di acidità di stomaco.
Meglio pasti più consistenti e regolari per tenere sotto controllo l’acido prodotto dallo stomaco e ridurre l’irritazione.
Prima di andare a letto, assicurati che siano trascorse almeno 4 ore dalla cena in modo da dare allo stomaco la possibilità di digerire tutto il cibo.
Evita proteine animali la sera perché richiedono una digestione più lunga e consuma invece un pasto a base di zuppe e verdure cotte in modo leggero.
Leggi qui la guida alla cena.
L’acqua calda è un vero toccasana per uno stomaco infiammato.
A differenza di altre bevande, non aumenta la produzione di acidi e lenisce il bruciore.
Consumane un litro e mezzo/due lontano dai pasti per non annacquare i succhi gastrici ed aiutare lo stomaco a compiere la trasformazione in modo corretto.
La digestione inizia non appena introduciamo il cibo in bocca: le ghiandole salivari rilasciano enzimi che hanno il compito di degradare sostanze come gli amidi, ad esempio.
Consegnare allo stomaco cibo con una consistenza cremosa è ben diverso dall’inviargli cibo mal masticato e inghiottito di fretta: lo stomaco dovrà impiegare molta più energia, uno sforzo che lo porterà a surriscaldarsi e ad infiammarsi sempre più.
Leggi i benefici del masticare bene qui.
Come visto, lo stress può innescare un aumento del rilascio di acidi e aumentare l’infiammazione, oltre a ridurre la funzione immunitaria.
Per questo motivo cerca di mantenere uno stile di vita tranquillo, regalati giornate all’aria aperta, sessioni di yoga e tai chi e soprattutto favorisci momenti di quiete e consapevolezza iniziando a praticare la meditazione.
Ti ricordo che puoi iniziare a praticare la SAUTÓN Meditation scaricandola gratuitamente qui.
Il fumo rallenta la guarigione della mucosa gastrica, aumenta il tasso di ricorrenza delle ulcere e incoraggia lo sviluppo di infezioni.
Se fumi, prova a smettere.
Gli studi suggeriscono che altre misure per ridurre la gastrite e le ulcere gastriche, includono la limitazione o l’eliminazione dell’uso di farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS).
Dolori, bruciori ed infiammazione possono essere tenuti a bada tramite l’adozione di una dieta antinfiammatoria, a basso contenuto di carboidrati, dove si prediligono:
Sono da evitare quotidianamente gli alimenti riscaldanti, acidi e infiammanti come:
Fra i rimedi e gli integratori naturali che puoi assumere contro reflusso e gastrite, ricordiamo:
La gastrite e il reflusso sono delle condizioni digestive causate da infiammazione della mucosa gastrica, del rivestimento dello stomaco e del tratto gastrointestinale.
Cattive abitudini alimentari, stress e vita frenetica possono esasperarne i sintomi.
Una dieta che contiene principalmente verdure cotte in modo leggero, proteine di alta qualità e grassi sani, come quella proposta nel SAUTÓN Approach, può aiutare a gestire i sintomi di questi disturbi, consentendo di mantenere il peso forma e prevenire carenze di vitamine, minerali e antiossidanti che possono portare ad ulteriori complicazioni.
Fonti:
Leggi anche:
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Disbiosi intestinale: la prima colpevole è la dieta
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Maria 12 Novembre 2022
Voglio provare
Maria Pia Festini 14 Novembre 2022
Ciao Maria,
ottimo! Prova e poi ci racconti. Un caro saluto