I pericoli della meditazione Vipassana

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La tecnica di meditazione Vipassana oggi è molto diffusa ed è utilizzata per ritrovare maggiore centratura, presenza, consapevolezza e pace interiore.

Tante persone interessate alla meditazione e curiose di provare questa esperienza spesso decidono di partecipare a dei ritiri Vipassana di più giorni, in cui si possono immergere in questa tecnica.

Questo è in effetti un approccio interessante che offre degli strumenti molto utili, però allo stesso tempo nasconde dei grossi pericoli per la salute mentale di chi pratica Vipassana, che spesso vengono sottovalutati.

SHAMATHA E VIPASSANA

La meditazione Vipassana ha origine nella tradizione buddhista Theravada e appartiene alla categoria di tecniche che io chiamo Meditazione Alternata.

Nello specifico in questo stile di meditazione si alterna Shamatha e Vipassana, imparando a passare consapevolmente dal Task Positive Network (onde Gamma) al Default Mode Network (onde Alpha), rilasciando Anandamide e Acetilcolina (ormoni che promuovono la capacità analitica e il pensiero laterale che unisce opposti).

A cosa serve?

Per capirlo, devi prima sapere come funziona la tua mente. Ci sono 2 sistemi principali nel tuo cervello:

  1. Il Default Mode Network è situato prevalentemente nella corteccia prefrontale mediale e riguarda il dialogo interno della tua mente, si attiva quando sei nel tuo mondo interiore: rifletti, immagini in modo creativo o sogni ad occhi aperti.
  1. Invece il Task Positive Network è situato prevalentemente nel sistema di attenzione dorsale e riguarda la tua relazione con il mondo esterno, si attiva quando sei concentrato su delle attività per raggiungere degli obiettivi.

Questi 2 sistemi sono opposti: quando uno è attivo, l’altro viene disattivato. Per questo quando sei concentrato su qualcosa il tuo dialogo interno si quieta, oppure se hai tanti pensieri per la testa non riesci a concentrarti su ciò che stai facendo.

In questa tecnica di Meditazione impari a passare consapevolmente da uno all’altro di questi sistemi, alternando le due modalità di questo approccio: la Vipassana che è una forma di Meditazione Focalizzata e quindi attiva il Task Positive Network, oppure la Shamatha che è una forma di Meditazione Aperta e quindi attiva il Default Mode Network.

È un metodo molto sofisticato e antico, che affonda le sue radici negli insegnamenti originali del Buddha di 2500 anni fa e che è stato diffuso molto in occidente nel secolo scorso da diversi maestri importanti tra cui S. N. Goenka.

Questa tecnica utilizza una disciplinata attenzione delle sensazioni fisiche del corpo e del respiro, che continuamente condizionano la mente e ti permettono di riconoscere la profonda interconnessione che c’è tra tutti gli aspetti di te stesso.

IL PROBLEMA DELLA VIPASSANA OGGI

Purtroppo però la forma di meditazione Vipassana che si è diffusa nel secolo scorso ed è praticata oggi, in realtà è incompleta e causa diversi problemi.

Nella maggior parte dei centri si pratica esageratamente la modalità Vipassana (Meditazione Focalizzata) e non si pratica la modalità Shamatha (Meditazione Aperta), facendo quindi solo metà di quella che dovrebbe essere la tecnica completa.

Questo genera una eccessiva rigidità nei praticanti, che diventano ossessionati dal riconoscere ogni sensazione fisica e mentale, sforzandosi in tutti i modi di seguire il respiro e restare in uno stato di quiete e pace interiore.

Soprattutto dopo aver partecipato a dei ritiri di più giorni in silenzio, ho osservato molte persone negli anni tornare a casa con una patologia simile allo stress post traumatico.

Perché queste persone iniziano ad avere paura di coinvolgersi nella vita e di ricevere stimoli esterni, a causa dell’ansia e del timore di perdere quella presenza e quella disciplina che hanno imparato nei ritiri.

Questo è l’esatto opposto di ciò che bisognerebbe fare, perché ti porta a rifiutare ciò che vivi e a separarti dal momento presente, visto che lo reputi sbagliato e di ostacolo alla tua meditazione.

Invece la vera presenza dovrebbe abbracciare pienamente il momento presente e accogliere tutto ciò che attraversa la tua esperienza, così da essere veramente aperto e consapevole.

La vera meditazione è priva di sforzo e ti porta a fluire completamente con la vita, non a rifuggirla o a cercare di proteggerti da essa, chiuso nella tua piccola sessione di meditazione. Perché questo è parte del problema e certamente non la soluzione.

Infatti io utilizzo la meditazione Vipassana nel terzo passo della SAUTÓN Meditation, integrandola con la Shamatha e con tutte le principali tecniche di meditazione negli altri 3 passi, così da fare una meditazione veramente completa ed efficace.

Nei commenti fammi sapere cosa ne pensi.

Un caro saluto e sii felice!


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Commenti COMMENTI

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  • Lisa 30 Novembre 2021

    Grazie per l’articolo, capita proprio nel momento giusto.
    Pensavo a breve di iscrivermi ad uno dei ritiri di Vipassana di 10gg (nel centro più conosciuto in Italia, non faccio nomi). La motivazione principale è che vorrei prendermi un periodo per me, staccare e immergermi completamente nell’esplorazione di me. Purtroppo la vostra meditazione guidata mi sembra troppo breve, e non riesco a prenderla molto seriamente. Per quanto la trovi molto bella, come potrebbe una meditazione di 10 minuti al giorno produrre dei miglioramenti significativi?
    Avevo già sentito parlare dei “pericoli” dei ritiri di Vipassana, ma sinceramente non sono riuscito a trovare altri metodi o ritiri che mi diano la sensazione di una “spinta spirituale” significativa e non di un semplice palliativo. Una volta c’erano i ritiri di Rishi, ma ormai quei tempi sono passati. Quali consigli daresti? La sconsiglieresti a priori?

    • Surya Cillo 2 Dicembre 2021

      Ciao Lisa, grazie per il messaggio, capisco i tuoi dubbi.

      La SAUTÓN Meditation dura solo 10 minuti, perché è una meditazione super concentrata che integra al suo interno le 4 tecniche principali di meditazione e 4 livelli di tecnologia che rendono l’esperienza ancora più efficace. Ovviamente va provata con costanza per vederne i benefici a lungo termine.

      Inoltre è un percorso completo di Realizzazione personale e spirituale, infatti la meditazione da 10 minuti è solo il primo passo, poi bisognerebbe proseguire con la Sfida delle 4 Settimane, in cui si praticano delle versioni ottimizzate da 15 minuti della SAUTÓN Meditation e si riceve anche la pratica completa da 30 minuti per chi vuole fare una meditazione più lunga.

      In ogni caso, comunque immergerti in un’esperienza di meditazione di persona per diversi giorni in stile Vipassana è una bella idea e sicuramente ti farà bene. L’importante è ricordarti i rischi che ho segnalato in questo video e vivere l’esperienza con filosofia, evitando di mantenere un’attenzione ristretta e autoriferita durante il ritiro, dedicandoti invece a coltivare una presenza aperta su tutto ciò che percepisci.

      Il mio consiglio è di provare questo ritiro se ne senti il desiderio, cercando di trarre il meglio da questa esperienza e portarla poi nella tua vita quotidiana, senza rimanere incastrata nel desiderio di voler sempre tornare in quel ritiro e viverla come una fuga dalla realtà.

      Buona meditazione e sii felice!

  • Caterina Ferraris 1 Dicembre 2021

    Penso che hai ragione, la meditazione ci deve aiutare a portare le cose di lassù, qui nella nostra vita concreta: nel lavoro, in famiglia, con gli amici ecc… (lo ripete sempre Italo Pentimalli, non so se lo conosci). Pratico la tua meditazione ed è vero, mi supporta in svariati momenti della mia vita, non è solo pace e connessione teorica è invece un’esperienza che poi porto con me, è quindi molto di più. Grazie