Come abbiamo visto in un precedente articolo, la tiroidite di Hashimoto è una malattia seria che non deve essere sottovalutata né trascurata.

La buona notizia è che si tratta di una malattia curabile, quanto al come farlo dipende da quale via si decide di seguire.

La medicina convenzionale  da questo punto di vista non sorprende e l’approccio standard è quello di intervenire con farmaci, in genere si tratta di ormoni sintetici come la levotiroxina, che sostituiscono o integrano quelli che la tiroide non riesce più a produrre o produce in quantità troppo scarsa. In taluni casi particolarmente gravi si arriva a ricorrere all’intervento chirurgico e all’asportazione della ghiandola.

Il problema con l’approccio farmacologico è sempre lo stesso cioè che i farmaci, pur se in grado di ristabilire l’equilibrio ormonale compromesso fintanto che li si usa, non intervengono sulle cause ma solo sul sintomo per cui seguire questa strada significa di fatto ritrovarsi dipendenti dai farmaci a vita.

Gli ormoni sintetici non curano le cause che hanno provocato il disordine autoimmune all’inizio inoltre il loro uso costante e continuo protratto per lunghi periodi di tempo potrebbe portare la tiroide a perdere anche quella minima capacità di produrre ormoni che le era rimasta: la ghiandola perde questa capacità perché di fatto non è più necessario che continui a fare il suo lavoro.

Alcuni pazienti ottengono miglioramenti notevoli quando iniziano a prendere gli ormoni sostitutivi, ciò nonostante le cause restano e il problema del sistema immunitario che attacca il suo stesso organismo non viene risolto.

I 5 passi per trattare la tiroidite di Hashimoto in modo naturale

Per trattare in modo efficace la tiroidite di Hashimoto bisogna prima di ogni altra cosa partire dall’alimentazione e dal proprio stile di vita.

Primo passo: elimina i cibi che danneggiano l’intestino e irritano il sistema immunitario

Primo passo: elimina i cibi che danneggiano l'intestino e irritano il sistema immunitario

La prima cosa da fare è dare all’organismo il tempo di sfiammarsi e tornare in equilibrio e l’unico modo per farlo è eliminare temporaneamente dalla dieta tutti quei cibi che irritano e infiammano:

  • elimina il glutine: può sembrare una scelta eccessiva e addirittura impossibile da realizzare, vista la presenza massiccia di alimenti contenenti glutine nella dieta standard, eppure si tratta di un’opzione che è bene considerare. Il glutine infatti in numerose ricerche e studi è stato associato a malattie soprattutto a carico dell’intestino come ad esempio la permeabilità intestinale e il morbo di Crohn. In genere si crede che il glutine sia dannoso solo per i celiaci o per le persone sensibili, in realtà esso ha la capacità di danneggiare le pareti intestinali indipendentemente dal fatto che la persona sia celiaca o meno; in persone diverse possono esserci diversi livelli di sensibilità a questa sostanza ma l’azione potenzialmente infiammatoria rimane per tutti
  • elimina latticini e cereali anche integrali: si tratta di alimenti che in passato non erano manipolati e trattati come oggi e, nel caso dei latticini, venivano consumati crudi (senza pastorizzazione) quindi completi delle sostanze nutritive loro proprie e del corredo enzimatico che ne facilitava la digestione. Oggi la maggior parte dei prodotti caseari che si consumano sono purtroppo pastorizzati, cosa che già li rende indigesti e poveri di sostanze nutritive, inoltre vengono spesso trattati, degrassati e addizionati di sostanze di vario genere come zuccheri, coloranti, additivi, conservanti ecc.  Anche i cereali hanno la loro parte di colpa soprattutto grazie al fatto che provengono da piante che sono state pesantemente manipolate dal punto di vista genetico e vengono consumati in prevalenza sotto forma di farine che perdono le sostanze nutritive del cereale d’origine e rimangono con solo amidi (quindi zuccheri) o poco più
  • evita cibo spazzatura e zuccheri: l’eccessivo consumo di zuccheri, tanto diffuso al giorno d’oggi, è una delle principali cause delle malattie intestinali che stanno diventando sempre più comuni. Oltre ai danni all’intestino tanti zuccheri portano  a pesanti fluttuazioni continue dei livelli di insulina nel sangue (un processo che ha un ruolo chiave nello sviluppo dell’infiammazione nel corpo) e nel tempo all’insulino-resistenza che è l’anticamera del diabete. Questo senza contare i problemi di aumento di peso e gli effetti sul cervello come sbalzi umorali, ansia, euforia e depressione. I cibi da fast food e confezionati sono anch’essi imbottiti di zuccheri, sale e grassi di cattiva qualità in particolare sono ricchi di oli vegetali raffinati (tipo mais, semi vari, girasole ecc.) che nel processo di estrazione subiscono dei trattamenti tali da alterarne la struttura molecolare; sono anche oli molto ricchi di Omega 6 (acidi grassi con effetto infiammatorio) che non viene bilanciato dal consumo di Omega 3 e in ultimo possono essere contaminati dalle sostanze che vengono utilizzate nel processo di estrazione e lavorazione

Secondo passo: introduci alimenti che guariscono l’intestino

La dieta migliore da seguire in caso di tiroidite di Hashimoto (e di ipotiroidismo di cui la tiroidite è spesso causa) è una dieta sfiammante e curativa per l’intestino ricca di vegetali freschi e il più possibile integri (in particolare verdura, ortaggi e un poco di frutta), grassi sani e proteine di buona qualità come carne, pesce e uova.

Tutti alimenti che il nostro organismo è progettato per digerire e per sfruttarne al massimo le proprietà nutritive.

Alcuni dei cibi migliori per iniziare una dieta curativa efficace sono:

  • vegetali freschi e frutta:  ricchi di vitamine, minerali, sostanze antiossidanti e fibre. Le fibre aiutano il buon funzionamento dell’intestino e nutrono il microbiota intestinale, cioè i batteri amici che popolano il nostro apparato digerente, migliorano la salute del cuore, bilanciano i livelli di zucchero nel sangue e aiutano a mantenere il peso forma. Gli antiossidanti e altri nutrienti combattono l’infiammazione e prevengono le carenze nutrizionali
  • pesce selvaggio: contiene un prezioso carico di Omega 3, come acidi grassi EPA e DHA, che svolgono un’importante azione antinfiammatoria e sono essenziali per l’equilibrio ormonale e le funzioni tiroidee
  • olio di cocco: fornisce acidi grassi a catena media nella forma di acido laurico, acido caprilico e acido caprico che stimolano e supportano il metabolismo, forniscono energia, combattono l’affaticamento e nutrono e proteggono la mucosa e le pareti intestinali
  • cibi probiotici: cioè quei cibi che nutrono il microbiota intestinale e lo mantengono florido e in salute come kefir e yogurt da latte di capra biologico e non pastorizzato oppure, in alternativa, da latti vegetali come quello di mandorla e di cocco (non zuccherati e senza altri additivi o oli aggiunti) che puoi preparare anche a casa utilizzando uno starter per cibi fermentati che puoi acquistare nei negozi biologici. I probiotici ripopolano l’intestino di batteri benefici la cui presenza aiuta a tenere sotto controllo la proliferazione di agenti patogeni e forniscono un aiuto prezioso nella guarigione dell’intestino e nel riequilibrio del sistema immunitario. Altri ottimi probiotici sono il miso, il kombucha, i vegetali fermentati come i crauti (purché biologici e senza schifezze industriali aggiunte oppure, ancora meglio, fatti in casa)
  • germogli, semi e legumi: semi di lino, chia e canapa forniscono ALA (acido alfa linolenico), un acido grasso Omega 3 che ha un’azione riequilibrante sugli ormoni. I legumi sono ricchi di fibre e minerali ma sono da evitare se non sono ben tollerati a livello intestinale (cioè se provocano, gonfiore e fermentazione)
  • brodo di ossa: un alimento preziosissimo che nemmeno i più costosi integratori riescono ad uguagliare nelle sue straordinarie proprietà curative e nutritive. Aiuta a rigenerare le pareti intestinali grazie al suo contenuto di collagene, è ricchissimo di minerali come calcio, magnesio, fosforo e silicone; è ricco di aminoacidi come la glicina e la prolina che contribuiscono a riparare il tessuto intestinale e quindi a migliorare l’assorbimento dei nutrienti, migliora le prestazioni del sistema immunitario, fornisce energia e aiuta a combattere le intolleranze alimentari

Terzo passo: aggiungi i giusti supplementi ed integratori

Inserire nella tua alimentazione i giusti supplementi ed integratori è un ottimo modo per aiutare il tuo organismo a riparare la tiroide, ad abbassare l’infiammazione e le reazioni autoimmuni, a gestire meglio lo stress e a regolarizzare il funzionamento del sistema immunitario.

Tra questi abbiamo il selenio, i probiotici, la vitamina D, l’ashwagandha e altre erbe adattogene.

Selenio

La tiroide è l’organo con il più alto contenuto di selenio nel corpo.

Il selenio è necessario per la produzione dell’ormone T3 della tiroide (triiodotironina) e può ridurre le reazioni autoimmuni dell’organismo.

In pazienti affetti da tiroidite di Hashimoto e nelle donne in gravidanza che manifestano disturbi della tiroide la supplementazione di selenio diminuisce la produzione degli anticorpi anti-tiroidei e migliora la struttura della ghiandola tiroidea.

Dato che aiuta a bilanciare i livelli ormonali, il selenio diminuisce il rischio di sviluppare disturbi della tiroide sia durante la gravidanza che successivamente (tiroidite post-partum).

Altri studi hanno dimostrato che quando la mancanza di selenio viene risolta con la supplementazione i pazienti arrivano a sperimentare una media del 40% di riduzione di anticorpi tiroidei contro un aumento degli stessi del 10% che si manifesta in caso di somministrazione di un placebo.

Il selenio è anche un potente antiossidante ed è necessario all’organismo per produrre il glutatione il più importante e potente tra gli antiossidanti presenti nel nostro corpo.

Alcuni sintomi e possibili complicazioni del deficit da selenio sono:

  • disfunzioni della tiroide
  • indebolimento del sistema immunitario
  • infertilità
  • depressione
  • malattie cardiache
  • aumento del rischio di cancro

La prima cosa da fare per prevenire un deficit di selenio è certamente quella di inserire nella propria alimentazione cibi ricchi di questo elemento ed eventualmente assumere supplementi di altro genere solo in caso di deficit grave che non si riesce a risolvere con la sola dieta.

Tra i cibi più ricchi di selenio troviamo:

  • noci brasiliane
  • senape (semi)
  • pesce (in particolare sardine e tonno pinna gialla)
  • carne rossa grass-fed (di animali da pascolo)
  • tacchino
  • pollo
  • uova
  • semi di girasole

Probiotici

Constribuiscono a riparare e a mantenere in salute l’intestino, riducono l’infiammazione e aiutano nell’assorbimento dei nutrienti.

Una dieta che comprenda alimenti ricchi di probiotici porta anche altri benefici quali un sistema immunitario forte, l’aumento di energia derivante dalla produzione di vitamina B12, la riduzione della crescita batterica o virale legata a patologie quali la candida e un miglioramento della salute della pelle. Inoltre aiutano a controllare l’appetito e facilitano la perdita di peso.

Vitamina D

Diverse ricerche hanno mostrato che più del 90% dei pazienti affetti da disturbi alla tiroide sono carenti di vitamina D.

La vitamina D aiuta a regolarizzare il sistema immunitario e sotto diversi aspetti agisce come un ormone.

Il modo migliore per ricavare sufficiente vitamina D è quello di esporsi ogni giorno al sole per almeno 20 minuti lasciando più pelle scoperta possibile, la luce del sole infatti innesca una reazione per cui il colesterolo presente nella pelle converte la provitamina D nella forma stabile di vitamina D3.

Perché questo processo si compia è necessario evitare di applicare creme con filtro solare che bloccano  la sintesi cutanea della vitamina D quindi esporsi nelle ore meno calde per brevi periodi alla volta; è possibile proteggersi dalle scottature applicando sulla pelle olio di cocco che, al contrario delle creme solari comuni, non blocca la sintesi della vitamina D.

Oltre all’esposizione al sole (che non sempre è possibile) è importante integrare con l’alimentazione consumando regolarmente cibi che contengono Vitamina D come la carne, alcuni pesci grassi (salmone, sgombro, aringa), il tuorlo d’uovo (da consumare crudo per non distruggere o alterare le preziose sostanze che contiene).

In caso di forte carenza se l’alimentazione non è sufficiente allora è possibile supplementare con un buon integratore.

Ashwagandha

Ashwagandha

L’Ashwagandha è una delle più potenti piante curative utilizzate nella medicina Ayurvedica da tempi molto antichi.

Viene spesso chiamata ginseng indiano per via delle sue proprietà ringiovanenti e rinvigorenti, dal punto di vista botanico però l’ashwagandha ed il ginseng non sono correlati.

In India ci si riferisce all’ashwagandha anche come alla “forza dello stallone” in quanto viene comunemente usata per rinforzare il sistema immunitario dopo una malattia.

Si tratta di una pianta adattogena che aiuta il corpo a reagire allo stress mantenendo in equilibrio i livelli ormonali.

Questa pianta si è dimostrata estremamente efficace nel migliorare la salute della tiroide sia in caso di ipotiroidismo che in caso di ipertiroidismo.

Scienziati e medici ancora non capiscono esattamente come funzionino le piante adattogene, quello che sappiamo è che queste piante hanno appunto la capacità di adattarsi alle condizioni in cui l’organismo si trova al momento in cui vengono assunte e di agire concordemente con esso per ristabilire l’equilibrio.

Nel caso di problemi alla tiroide l’ashwagandha lavora con il nostro corpo per riportare in equilibrio i livelli ormonali sia che questi siano troppo alti o troppo bassi.

Le piante adattogene in generale aiutano ad abbassare i livelli di cortisolo e a bilanciare i livelli di T4 (tiroxina).

Studi clinici hanno infatti dimostrato che l’ashwagandha, somministrata per un periodo di 8 settimane, ha aiutato i pazienti ipotiroidei ad incrementare significativamente i livelli di tiroxina riducendo così la gravità dei sintomi.

Ci sono anche altre piante adattogene che hanno effetti simili come la rhodiola, la radice di liquirizia, il ginseng e il basilico sacro (conosciuto anche con il nome sanscrito tulasi o il nome hindi tulsi).

Un caso particolare: lo iodio e la salute della tiroide

Lo iodio è un elemento chiave per la salute ed il corretto funzionamento della ghiandola.

E’ talmente importante che i nomi stessi degli ormoni che la tiroide produce fanno diretto riferimento proprio allo iodio: il T4 (la forma inattiva) ha infatti 4 molecole di iodio mentre il T3 (la forma biologicamente attiva) ne ha tre.

Dato che il corpo non può produrre questo elemento da solo lo deve ricavare dall’alimentazione o da un’eventuale supplementazione tramite integratori.

Purtroppo oggi la carenza di iodio è estremamente comune sia a causa di un’alimentazione basata su cibi poveri di nutrienti sia per l’esposizione a sostanze che impediscono ai recettori appositi di legarsi allo iodio e di trasportarlo dove necessario.

Fanno parte di questa categoria il fluoro, il cloro e il bromo ai quali siamo costantemente esposti tramite il cibo, l’acqua, i farmaci e l’ambiente che appunto legandosi ai recettori dello iodio lo sostituiscono e aggravano la carenza di questo importante elemento.

Come integrare lo iodio nella dieta

Il modo migliore è sempre quello di modificare l’alimentazione eliminando o almeno riducendo i cibi industriali e il cibo spazzatura e introducendo alimenti freschi e il più possibile integri.

Supplementare tramite integratori non è consigliabile se non per brevi periodi di tempo, in casi eccezionali e meglio se fatto sotto controllo medico.

Questo per evitare il rischio di arrivare ad assumere iodio in quantità eccessiva cosa che presenta potenziali rischi molto seri per la salute.

Le maggiori fonti di iodio sono i pesci di mare  (ad es. sardine, salmone dell’Alaska) e i crostacei, le uova, la carne e il latte (integro, non pastorizzato).

Minori quantità di iodio si trovano anche nella frutta e nelle verdure.

Un’altra fonte di iodio “artificiale” è il sale iodato che fu introdotto alcuni anni fa proprio per far fronte alla dilagante carenza di iodio.

Si tratta di comune sale da cucina a cui vengono aggiunti i sali di iodio che non alterano né il colore né il sapore del sale.

Il problema con il sale iodato è che viene liberamente venduto senza alcun tipo di controllo e non è consigliabile usarlo regolarmente e per lunghi periodi di tempo se non si ha un’effettiva carenza di iodio che andrebbe verificata prima di iniziare a usarlo in cucina.

Il sale iodato andrebbe considerato un integratore a tutti gli effetti ed assunto se e quando è realmente necessario.

Dall’Ayurveda altre erbe e rimedi utili

Oltre all’Ashwagandha, che abbiamo già citato, vediamo una breve lista di altre erbe comunemente usate nella medicina Ayurvedica che possono essere efficaci nel supportare la tiroide.

  • Punarnava (nome botanico Boerhavia diffusa). Ravviva il fuoco digestivo che tende a indebolirsi in caso di tiroidite e ipotiroidismo, ha proprietà antinfiammatorie ed è molto utile in presenza di tossine in quanto aiuta la purificazione del sangue. In generale dà nuovo impulso al metabolismo, aiuta ad eliminare i liquidi in eccesso nel corpo e promuove la perdita di peso
  • Trikatu – Si tratta di uno dei mix più usati nella medicina ayurvedica. E’ una combinazione di tre spezie (zenzero, pepe nero e pepe lungo o pippali) molto calda e forte (quindi potrebbe essere non adatta in presenza di sintomi di forte calore, disidratazione e infiammazione). Il trikatu stimola la digestione ed il metabolismo, migliora l’assorbimento dei nutrienti e stimola la microcircolazione. Se ne può assumere un pizzico prima del pasto oppure usarlo direttamente nella preparazione degli alimenti. In caso il trikatu sia troppo forte si può stimolare la digestione assumendo una mezz’ora prima di mangiare un mezzo bicchiere di acqua calda con del succo di limone e un poco di zenzero fresco oppure mezzo bicchiere di acqua calda con un cucchiaino di aceto di mele.
  • Citronella – (conosciuta anche con il nome inglese lemongrass). Ha proprietà digestive a aumenta il metabolismo dei grassi.
  • Guggulu – (nome botanico Commiphora Wightii) E’ la pianta da cui si estrae la mirra. Studi hanno dimostrato che il guggulu aumenta la produzione di ormoni da parte della tiroide e la conversione del T4 in T3, così facendo va ad intervenire su due delle tre deficienze ormonali che caratterizzano l’ipotiroidismo. Il guggulu inoltre è utile nella detossificazione, purifica il sangue, supporta il sistema immunitario ed è una fonte naturale di antiossidanti.
  • Brahmi – (nome botanico Bacopa monnieri) Aiuta a dissipare l’annebbiamento mentale e la depressione che sempre accompagnano le disfunzioni della tiroide. Ravviva la mente e aumenta la capacità di concentrazione.

Quarto passo: migliora la capacità del tuo corpo di disintossicarsi

Disintossicare e ripulire il corpo su base regolare è un altro passo fondamentale per riparare e mantenere in salute la tiroide e abbassare il livello di infiammazione nell’organismo.

Alcune pratiche disintossicanti e purificanti che puoi introdurre nella tua vita sono:

  • una pulizia periodica profonda dell’intestino: anche se non soffri di stitichezza e pensi di non averne bisogno, fare un ciclo di pulizia su base regolare dell’intestino mantiene in salute il tuo organismo e contribuisce ad un funzionamento ottimale del sistema immunitario (che per circa il 70-80% è localizzato proprio nell’intestino). Grazie all’uso di prodotti di ottima qualità come Energy Detox (che trovi in vendita su Energy Foods) puoi fare un primo ciclo iniziale di 30 giorni di pulizia profonda (eliminando le vecchie feci rimaste all’interno attaccate alle pareti intestinali e le tossine che ad esse si accompagnano) da associare all’introduzione della nuova dieta di cui abbiamo parlato in precedenza. Una volta passata la fase più lunga di depurazione iniziale puoi entrare in fase di mantenimento ad esempio dedicando un weekend al mese alla depurazione intestinale.
  • digiuno: a molti il digiuno può sembrare una pratica estrema anche perché più o meno consciamente associano questa parola al soffrire la fame e alla paura atavica di morire di fame. In realtà parliamo di un digiuno che non ha nulla a che vedere con il morire di fame e che viene fatto seguendo determinati criteri, meglio se dopo aver già migliorato la propria alimentazione e fatto un ciclo di pulizia profonda. Il digiuno ha sull’organismo molti effetti benefici tra cui stimolare la rigenerazione cellulare, riattivare il metabolismo, rinforzare il sistema immunitario, aiutare a mantenere il peso, proteggere il cervello e il cuore. Esistono diversi modi di digiunare e sperimentarli è il modo migliore per capire quale di questi è il più adatto a te. Il digiuno potrebbe non essere adatto ad alcune categorie di persone, in questo nostro articolo dedicato al digiuno trovi altre informazioni utili sull’argomento
  • clistere di caffè: si tratta di una pratica molto antica e nonostante sia un clistere il suo scopo non è liberare l’intestino bensì depurare in profondità il fegato da tossine derivanti da cattiva digestione e da un’alimentazione squilibrata e vecchi depositi di grassi originati dall’eccessivo consumo di zuccheri e alcol. La caffeina contenuta nel caffè viene assorbita dalle pareti dell’intestino e, attraverso la vena porta, arriva al fegato dove apre i dotti biliari e lo stimola ad espellere tutte le tossine accumulate. Per i clisteri di caffè si utilizza un caffè apposito (da non usare assolutamente il caffè per la bevanda). Il clistere di caffè non è adatto a tutti ed è meglio effettuare questa pratica con la guida di una persona esperta e, se si assumono regolarmente farmaci, informarsi prima su eventuali possibili interazioni con questi

A queste pratiche di pulizia e disintossicazione interna è bene associare anche l’abitudine di eliminare o almeno ridurre, nei limiti del possibile, le tossine ambientali alle quali sei constantemente esposto:

  • se assumi la pillola contraccettiva o altri farmaci prendi in considerazione di parlare con il tuo medico per una riduzione o ancora meglio per la sostituzione con rimedi di origine naturale
  • se hai otturazioni fatte con l’amalgama al mercurio (come si usavano fino a qualche tempo fa) è consigliabile farle rimuovere da un dentista esperto e certificato per questo tipo di interventi (un’otturazione rimossa male può causare ancora più danni che se lasciata al suo posto)
  • fai attenzione ai cosmetici e ai prodotti per l’igiene personale e la pulizia della casa: la maggior parte di questi, anche tra i cosmetici, contengono sostanze dannose per l’organismo che possono avere effetti collaterali pesanti come interferenze con il ciclo ormonale (con impatto diretto sulla tiroide), malattie della pelle e dell’apparato respiratorio. Prendi in considerazione di passare a prodotti realizzati con ingredienti di origine naturale che contengano il meno additivi possibile e ancora meglio di prepararli in casa
  • elimina i contenitori di plastica e di alluminio dalla cucina e prendi l’abitudine di usare contenitori di vetro per conservare gli alimenti
  • presta attenzione alla qualità delle pentole che utilizzi e se necessario sostituiscile con prodotti che non contengano sostanze dannose come teflon, nickel, PFOA; evita di usare l’alluminio che può interagire chimicamente con certi alimenti (soprattutto quelli acidi come il pomodoro e il limone) e “migrare” verso i cibi
  • smetti di fumare e di usare droghe (comprese quelle cosiddette ricreative) e limita il consumo di alcolici

Quinto passo: riduci lo stress e fai attività fisica

Quinto passo: riduci lo stress e fai attività fisica

Sono ormai numerose le ricerche e gli studi che confermano la relazione tra alti livelli di stress e lo svilupparsi di vari disturbi e patologie inclusi disordini autoimmuni.

Si è scoperto infatti che fino all’80% delle persone che soffrono di disordini autoimmuni mostrano alti livelli di stress subito prima di un picco dei sintomi.

Nel contempo abbiamo anche la conferma che mettere in campo azioni mirate alla riduzione dello stress ha effetti terapeutici profondi ed estremamente positivi.

Lo stress infatti provoca un’alterazione nella produzione degli ormoni neuroendocrini a causa dell’aumento della produzione di citochine (molecole proinfiammatorie).

Oggigiorno un vero approccio olistico e multidimensionale non può più prescindere dal guidare la persona ad introdurre una serie di cambiamenti allo scopo di migliorare la qualità della sua vita a tutto tondo invece che limitarsi a prescrivere medicinali che nella maggior parte dei casi non risolvono la causa principale della tiroidite e di altri disordini.

A persone diverse possono essere più congeniali attività diverse quando si tratta di ridurre i livelli di stress: praticare la meditazione, seguire un percorso di crescita personale e spirituale, leggere, fare bagni disintossicanti con oli profumati, cucinare, il giardinaggio, una qualunque attività di volontariato che aiuti a spalancare il cuore e la mente e a distogliere dalla propria situazione personale, trascorrere del tempo nella natura, coltivare buone relazioni con gli altri, fare attività fisica che lavori su postura, respiro e consapevolezza come lo yoga, il pilates, il tai chi, il qi gong.

Queste sono tutte attività che hanno mostrato di essere molto efficaci nell’alleviare lo stress.

E’ molto importante anche praticare regolarmente attività fisica: non siamo progettati per passare tante ore al giorno immobili e seduti ad una scrivania, ormai sono davvero poche le categorie di persone che svolgono un’attività lavoratica che richieda un certo dispendio energetico.

Al contrario per la maggior parte finiamo per trascorrere anche l’80% della nostra giornata seduti o sdraiati e questo ha ripercussioni sull’equilibrio psicofisico di tutto l’organismo.

Praticare regolarmente una qualche forma di esercizio fisico riduce i livelli di cortisolo (anche detto ormone dello stress) e aumenta la produzione di serotonina (l’ormone della gioia e della felicità) fa bene al cuore e al girovita, mantiene in salute il cervello e il sistema nervoso, rinforza le ossa e le articolazioni e preserva la massa muscolare che con il passare degli anni tende a diminuire sempre di più, fa miracoli per l’intestino e in generale ha un potente effetto ringiovanente.

Attenzione però a non strafare: l’eccesso di esercizio fisico è dannoso quanto la sua mancanza infatti aumenta i livelli di stress ed esaurisce le riserve energetiche dell’organismo aumentando i livelli dell’infiammazione e costringendolo ad entrare in modalità di sopravvivenza.

In altre parole proprio il contrario degli effetti che si vorrebbero ottenere.

Conclusione

I 5 passi per uscire dalla tiroidite di Hashimoto e rimettere l’organismo in carreggiata quindi sono:

  • agisci sull’alimentazione eliminando dalla tua dieta i cibi che danneggiano l’intestino, irritano il sistema immunitario e favoriscono l’insorgere dell’infiammazione nel corpo
  • nel contempo inserisci nella tua dieta i cibi che guariscono l’intestino e sfiammano l’organismo come vegetali freschi e integri, soprattutto verdure, grassi sani e proteine di buona qualità
  • se necessario dai supporto all’organismo in questo processo curativo assumendo anche i giusti integratori e supplementi come probiotici, erbe e rimedi naturali
  • potenzia la capacità del tuo organismo di disintossicarsi
  • sperimenta e trova le tecniche antistress e l’attività fisica più adatte a te per un miglioramento della qualità della vita a tutto campo e a lungo termine

Il SAUTÓN Approach, che ha lo scopo principale di spegnere l’infiammazione generalizzata nell’organismo e riportarlo ad una situazione di calma ed equilibrio, si focalizza proprio sull’aiutarti a mettere in pratica questi cinque passi fondamentali che abbiamo appena visto insieme, che hanno effetti benefici non solo sulla tiroide ma sul tuo stato di salute e benessere generale.

Se non sai come fare o hai difficoltà a fare da solo prendi in considerazione l’idea di farti seguire da un coach scelto da Francesca tra i trainer che si sono formati alla sua scuola.


Altri articoli e video correlati:

Tiroide: le malattie più comuni e le strategie per rimetterla in forma senza farmaci [Guida definitiva]

Digiuno intermittente: benefici e linee guida per farlo al meglio


Prodotti citati nell’articolo che trovi in vendita nel nostro shop:


Fonti:

Mercola.com

DrAxe.com

Joyfulbelly.com