La glicemia alta è una condizione da non sottovalutare in quanto predispone a sviluppare patologie importanti come la sindrome metabolica, l’insulino resistenza, il diabete di tipo 2.
Apre inoltre le porte ad una serie di disturbi cronici che stanno raggiungendo proporzioni epidemiche in tutto il mondo e causando effetti collaterali gravi: perdita della vista, danni alle arterie e aumento di peso.
In casi estremi, l’iperglicemia può persino contribuire a ictus, amputazioni, coma e indurre alla morte precoce nelle persone con una storia di insulino resistenza trascurata alle spalle.
In questo articolo scopriremo cos’è la glicemia, perché è pericolosa quando è alta, i sintomi e la corretta alimentazione per tenerla sempre nei livelli normali.
Ecco l’indice dell’articolo:
- Che cos’è la glicemia
- Insulina, l’ormone che alza la glicemia
- Glucagone, l’ormone che riduce la glicemia
- Le complicazioni della glicemia alta: l’insulino resistenza
- Glicemia alta e diabete
- Glicemia alta e cancro
- Quali sono i valori ottimali della glicemia?
- Sintomi della glicemia alta
- Non solo zucchero: il ruolo dello stress
- Glicemia alta, le soluzioni per abbassarla
Che cos’è la glicemia
La glicemia non è altro che la concentrazione di glucosio (lo zucchero) presente nel sangue a cui le cellule attingono direttamente come fonte di nutrimento e per produrre energia.
Il glucosio aumenta dopo ogni pasto e diminuisce durante il digiuno.
Una concentrazione troppo bassa (ipoglicemia), ma anche una concentrazione troppo alta di zucchero (iperglicemia) è dannosa per l’organismo.
Dove si trova il glucosio
Ciò che fa aumentare la glicemia è il glucosio, lo zucchero che incameriamo mangiando tipi diversi di alimenti che contengono carboidrati.
Negli ultimi decenni si sono sempre più imposte forme di carboidrati molto lavorati, come zuccheri raffinati o forme di farina di grano sempre più processate e nascoste ovunque:
- bevande
- caramelle
- snack salati
- pane e pasta
- prodotti da forno
- prodotti per la colazione
- merendine
Ogni volta che assumiamo carboidrati, questi sono scomposti nel corpo in molecole semplici di glucosio.
Anche il corpo produce glucosio, ne sintetizza una parte nel fegato e nei muscoli.
Importante da sapere è che, contrariamente a quanto ci è stato fatto credere, lo zucchero in quanto tale serve in minuscole quantità.
Quel poco che occorre può essere fornito direttamente dal fegato a partire dalla trasformazione di proteine e grassi, attraverso il processo della gluconeogenesi.
Lo zucchero che mangi, infatti, viene usato come carburante per vivere e se la produzione di glucosio supera il fabbisogno immediato, parte di questo elemento viene immagazzinato sotto forma di glicogeno nel fegato e nei muscoli, come rapida riserva energetica in caso di necessità.
Queste prime riserve sono in grado di contenere solo 2000 calorie di glucosio.
Si tratta di piccole batterie che hanno una capacità limitata.
Come vedi, la regolazione del livello ottimale nel sangue non è affidata totalmente a noi e alle nostre abitudini alimentari, altrimenti ci ritroveremmo in coma dopo ogni festa di compleanno!
L’organismo è dotato di un sistema di autoregolazione ormonale, molto sofisticato ma altrettanto delicato.
Insulina, l’ormone che alza la glicemia
Durante la digestione, i carboidrati vengono scissi e viene liberato zucchero nel sangue, richiamando l’insulina.
Più sono elevati i livelli di zucchero ematico, maggiore sarà la produzione di insulina da parte del pancreas.
Il principale effetto dell’insulina è quello di convertire lo zucchero in glicogeno e cercare di forzare le cellule ad utilizzarlo e immagazzinarlo.
L’insulina permette quindi al glucosio di entrare nelle cellule e lo deposita sotto forma di glicogeno nel fegato e nei muscoli.
Quando questi non hanno più spazio e non sono in grado di assorbirne di altro, il glicogeno viene accumulato dall’insulina sotto forma di grasso corporeo.
Negli ultimi anni la ricerca scientifica ha dimostrato che l’insulina fuori controllo ha un ruolo chiave nello sviluppo di varie malattie moderne come:
- infarto
- ictus
- tumori
- sindrome di Alzheimer
- malattie cardiovascolari
Glucagone, l’ormone che riduce la glicemia
Se la glicemia tende a scendere troppo, interviene il glucagone, ormone prodotto dalle cellule alfa delle isole di Langerhans del pancreas che, legandosi ai recettori presenti sugli epatociti, attiva la degradazione del glicogeno (glicogenolisi epatica), permettendo il rilascio di glucosio.
Cosa succede quando il meccanismo si inceppa
Dover amministrare e conservare i molti carboidrati consumati, porta il corpo a produrre continuamente insulina, impedendo al glucagone di entrare in azione e alle cellule di svuotare i loro depositi di grasso, limitando in modo grave l’utilizzazione del grasso corporeo per produrre energia.
Le complicazioni della glicemia alta: l’insulino resistenza
La glicemia è strettamente connessa al sistema con il quale il corpo immagazzina l’energia in eccesso giunta dal cibo.
L’indice glicemico è la misura dell’aumento della glicemia prodotta nel corpo 90-120 minuti dopo aver assunto un alimento ricco di zucchero.
Più zucchero c’è nel sangue, maggiore sarà l’insulina in circolo che cercherà di forzare le cellule ad accettare lo zucchero e, se le cellule sono impossibilitate a riceverlo perché troppo piene o insensibili, lo immagazzinerà come grasso viscerale o nelle cellule adipose.
Ecco che fa capolino l’insulino resistenza, una condizione che si verifica quando le cellule diventano resistenti all’insulina, quando l’organismo è costretto a produrne costantemente grandi quantità a causa del consumo continuo di carboidrati e zuccheri.
Le cellule sono quindi obbligate ad immagazzinare quantità enormi di glucosio.
Arriva però il momento in cui le cellule sono sature e, per un semplice meccanismo di difesa e autoconservazione, smettono di rispondere all’insulina e si rifiutano di immagazzinare altro glucosio.
Di fronte all’insubordinazione delle cellule, il corpo risponde producendo quantità sempre più massicce di insulina, costringendo il pancreas ad un super lavoro che lo danneggia e lo usura precocemente.
In un certo senso, possiamo dire che le cellule smettono di ascoltare per difesa e il corpo reagisce urlando sempre più forte ma senza risultato.
Troppo zucchero, che non può essere sistemato a causa dello “sciopero” delle cellule, porta a:
- un accumulo di grassi nel sangue
- un metabolismo bloccato con aumento delle cellule adipose
- una serie di problemi a cascata su sistema ormonale ed immunitario.
Se tutto ciò continua abbastanza a lungo, arriva il momento in cui le cellule Beta del pancreas muoiono letteralmente di sfinimento e, dato che queste cellule non si rigenerano, ecco che arriva il diabete.
Glicemia alta e diabete
La costante glicemia alta produce la GLUCOTOSSICITÀ che va a danneggiare le cellule Beta del pancreas.
In una condizione iniziale di insulino resistenza, le cellule Beta del pancreas iniziano a crescere del 50% : il corpo invia il comando al pancreas che produca ancora più insulina, per cercare di forzare le cellule ad accettare lo zucchero in eccesso presente nel sangue.
Quando il numero è sceso sotto il 50%, il diabete è detto irreversibile e il pancreas non è più in grado di produrre insulina.
Glicemia alta, diabete e demenza
Diversi altri studi dimostrano anche la stretta connessione tra insulino resistenza, prediabete, diabete e demenza.
Tra questi, prove schiaccianti le mostra il Maastricht Aging Study che ha monitorato le funzioni cognitive di circa tredicimila persone dai 40 anni in su per dodici anni.
Confrontando i dati raccolti all’inizio, dopo sei anni e al dodicesimo anno, è emerso che, rispetto ai non diabetici:
- le persone con diabete di tipo 2 avevano un declino del 300% nella velocità di elaborazione delle informazioni
- le persone diabetiche che avevano bisogno di iniettarsi insulina, avevano un declino addirittura del 400%
Secondo il Dottor Steven Masley, autore del libro “La dieta del cervello longevo”, la connessione tra un inadeguato controllo della glicemia e la demenza, è ormai incontrovertibile.
Per fermare quest’epidemia dobbiamo impedire che si sviluppi la resistenza all’insulina, mantenendo nel nostro organismo livelli normali di zucchero e di conseguenza di glicemia e insulina nel sangue.
La bella notizia è che si possono prevenire il 60% delle forme di demenza e puoi farlo fin da oggi, con semplici cambiamenti dello stile di vita, scegliendo ogni giorno alimenti con basso indice glicemico.
Glicemia alta e Alzheimer
Alzheimer, pre-diabete e diabete, sono le piaghe di questo secolo, condizioni strettamente interconnesse.
L’Alzheimer rappresenta il 70% dei casi di demenza ed altro non è che la morte graduale delle cellule cerebrali, con la conseguente diminuzione del volume del cervello e la contemporanea formazione di proteine beta-amiloidi e ammassi neurofibrillari.
La corretta funzionalità del cervello è strettamente legata ad una equilibrata attività dell’insulina e quindi a livelli normali di glicemia.
Uno studio pubblicato sul Journal of Alzheimer’s Disease nel 2016, da Melissa Schilling, docente alla New York University, ha posto il dito su una relazione interessante.
La Schilling ha notato che l’enzima insulisina, che ha il compito di distruggere l’insulina in eccesso, è responsabile anche della disgregazione delle proteine beta-amiloidi, che si trovano in elevate concentrazioni nel fluido spinale e nei depositi cerebrali dei malati di Alzheimer.
Nel suo studio ipotizza che in caso di insulino resistenza e quindi di elevati livelli di insulina nel sangue, l’enzima insulisina non riesce a prevenire l’accumulo di beta-amiloidi perché impegnato costantemente a smaltire l’insulina in eccesso.
Glicemia alta e cancro
Le cellule cancerose amano lo zucchero.
Non respirano ossigeno e non possono sopravvivere in presenza di alti livelli di ossigeno e si nutrono di glucosio.
Scoperta che ha valso il premio Nobel per la medicina al tedesco Otto Heinrich Warburg nel lontano 1931.
Secondo un’altra ricerca pubblicata nel 2010 dall’American Association for Cancer Research, zuccheri e in particolar modo il fruttosio, promuovono la crescita di cellule cancerose, in particolare lo sviluppo del cancro al pancreas.
Questa ricerca ha dimostrato che le cellule cancerose riescono a metabolizzare rapidamente il fruttosio, il che aumenta la velocità con la quale si riproducono, invadono e attaccano i tessuti sani.
Glicemia, quali sono i valori ottimali?
I livelli di glucosio nel sangue non sono fissi, ma oscillano durante l’arco della giornata.
I valori normali in una persona sana, oscillano tra 70 e 100 milligrammi per decilitro (mg/dl), quando si è a digiuno.
Entro una o due ore dal pasto, invece, i valori glicemici non dovrebbero superare i 180 mg/dl.
Valori racchiusi tra i 90-130 mg /dl di glucosio, devono far scattare un campanello di allarme perché la glicemia alta è rischiosa anche se non si soffre di diabete.
Sintomi della glicemia alta
Per effettuare una diagnosi corretta di glicemia alta, serve sottoporsi ad analisi del sangue specifiche, tuttavia il corpo ci manda dei segnali che ci fanno sospettare che nel sangue scorre troppo zucchero:
- sete e arsura
- perdita di peso non giustificata
- stanchezza cronica
- bisogno di urinare spesso
- visione sfocata
- pelle secca e prurito diffuso
- sudorazione eccessiva
- difficoltà delle ferite di rimarginarsi
- aumento incontrollato di peso
- nervosismo e irritabilità
Se avere la glicemia alta è una costante, i sintomi peggiorano e si può incorrere nella disidratazione, difficoltà di respirazione, vertigini, stato confusionale, fino addirittura al coma.
Non solo zucchero: il ruolo dello stress
Sebbene di solito pensiamo che il normale livello di zucchero nel sangue dipenda strettamente dal numero di carboidrati e zuccheri aggiunti che qualcuno mangia, anche altri fattori giocano un ruolo importante.
Uno stile di vita dai ritmi accelerati, la mancanza di sonno e lo stress, influenzano il modo in cui il corpo gestisce lo zucchero nel sangue.
Ad esempio, lo stress può aumentare i livelli di cortisolo, che interferisce con il modo in cui viene utilizzata l’insulina.
Il cortisolo richiede e sollecita nel sangue alti quantitativi di glucosio, zuccheri da trasformare in energia per affrontare la situazione di allarme.
Di conseguenza, obbliga l’insulina a compiere un costante superlavoro con tutti i disastrosi effetti che abbiamo solo brevemente esaminato in questo articolo.
Glicemia alta, le soluzioni per abbassarla
La migliore strategia per abbassare il livello di glicemia alta e scongiurare la comparsa di patologie, è quella di prendersi cura in modo consapevole della nostra alimentazione.
Se ti stai chiedendo come fare, è molto più semplice di quello che pensi:
- consuma sempre le proteine come prima pietanza del pasto
- consuma i vegetali come principale fonte di carboidrati
- mangia i carboidrati come ultima pietanza del pasto
- accompagna sempre le portate con un grasso (ghi o olio di cocco)
- evita farine e cibi raffinati
Glicemia alta: come organizzare i pasti in pratica
- A colazione l’ideale sarebbe una colazione proteica e salata ad esempio con delle uova accompagnate da ortaggi o verdure cotte tipo carote, finocchi, asparagi, ecc. Se però non te la senti di provare la colazione salata, sul blog trovi tantissime ricette per una colazione dolce o semi-dolce sana, proteica e ricca di grassi sani.
- A pranzo elimina il primo piatto (pasta, riso, ecc) e inizia il pasto con una buona quantità di proteine, anche 150 – 200 g, di buona qualità (carne, pesce, uova, proteine vegetali escludendo seitan e tofu che non sono assolutamente alimenti sani, ecc.).
- Accompagna le proteine con due porzioni di verdure cotte (ad esempio un ortaggio e delle verdure a foglia) gratinate, al vapore, stufate o come le preferisci.
- Condisci le pietanze con i grassi sani, non solo l’olio d’oliva ma anche ghi, olio di cocco, burro di buona qualità (non avere paura dei grassi, non ti fanno ingrassare e non ti alzano il colesterolo).
- Fai una cena leggera e presto con solo verdure e grassi sani.
Conclusione
Il nostro corpo è in grado di immagazzinare una piccola quantità di zuccheri sufficienti a fornire energia per circa 90 minuti di sforzo fisico intenso e può attingere e bruciare questa riserva di energia molto velocemente.
Le uniche cellule che usano come carburante il glucosio sono i neuroni, le cellule della fibra bianca dei muscoli e i globuli rossi.
Tutte le altre cellule ricavano energia dalla combustione dei grassi.
Siamo programmati per funzionare con due diversi tipi di carburanti: oltre agli zuccheri, infatti, ci sono i grassi, il carburante ideale per la vita quotidiana, non solo per tenere bassa la glicemia.
Gli zuccheri potremmo definirli una sorta di carburante per i “casi di emergenza”.
Oggi, invece, l’alimentazione occidentale è basata sul 60% di carboidrati che il corpo gestisce male, costringendo l’insulina ad un super lavoro e ad avere costantemente una glicemia alta che apre la via a patologie serie: insulino resistenza, diabete, Alzheimer, cancro.
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Fonti:
Dr. Jason Fung e Nina Teicholz “The Diabetes Code”
Dr. Nasha Winters e Jess Higgins Kelley “The Metabolic Approach to Cancer Integrating Deep Nutrition, the Ketogenic Diet, and Nontoxic Bio-Individualized Therapies”
Dr. Steven Masley “La dieta del cervello longevo” Corbaccio Edizioni
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