L’alito cattivo può sembrare per molti un disturbo di poco conto.
In realtà non solo è fonte di imbarazzo nelle nostre relazioni ma è anche causa di un malessere più profondo che coinvolge più organi.
In questo articolo vedremo le cause che non ti aspetti dell’alito cattivo e le soluzioni da adottare a partire da ciò che metti in tavola.
Ecco l’indice dell’articolo:
- Le cause dell’alito cattivo
- Alito cattivo e igiene orale
- Alito cattivo: spesso è causa di fermentazione intestinale
- Alitosi: quando fatichi a smaltire le tossine
- Alitosi e fegato grasso
- Come combattere l’alitosi a tavola in 3 passi
- Cosa sono i probiotici
Le cause dell’alito cattivo
L’alito cattivo ha molteplici cause, alcune conosciute ai più, altre meno.
Le principali sono:
- igiene orale e infezione nei denti
- fermentazione intestinale
- stitichezza
- tossine da smaltire
- forte accumulo di grassi nel fegato
- fegato che stenta a ripulirsi
Alito cattivo e igiene orale
All’origine dell’alitosi ci può essere anche l’igiene orale e la presenza di infezioni nei denti, carie e tartaro.
I denti sono il ricettacolo di colonie di batteri, tossine che si depositano sulla loro superficie sia dovute alla normale depurazione dell’organismo, sia dovute al residuo di cibo che si annida tra gli spazi interdentali dopo ogni pasto.
Grazie alla saliva e ai suoi movimenti, i denti comunque si auto puliscono.
Del resto, non siamo arrivati su questo Pianeta con il kit dentifricio, spazzolino e filo interdentale al seguito.
Durante la notte, però, non vi è salivazione e per questo è più facile che l’alitosi si presenti al mattino e poi scompaia dopo essersi dedicati alle pratiche dell’igiene orale.
Conosci l’oil pulling?
Una delle pratiche di igiene orale più efficace è l’oil pulling.
Usato da migliaia di anni nella medicina Ayurvedica, questo antichissimo rituale a base di olio, può notevolmente migliorare la condizione delle gengive e dei denti, riducendo batteri dentali, virus e funghi.
Il rituale consiste nel risciacquare la bocca, dopo aver pulito adeguatamente la lingua con un nettalingua, con un cucchiaio di olio di semi di girasole, di olio di sesamo o di cocco, senza inghiottirlo, come se fosse collutorio.
Nel caso di alitosi, aggiungere una goccia di olio essenziale di limone o menta o eucalipto, all’olio stesso.
Pian piano l’olio inizierà a prendere acqua mescolandosi alla saliva.
L’olio attira diversi agenti patogeni nella bocca che vengono poi sospesi nel liquido e successivamente sputati.
L’olio penetra anche in punti difficili da raggiungere al di sotto del bordo gengivale, dove i batteri dannosi tendono a proliferare.
Molto efficace è anche masticare, durante il giorno, semi di cardamomo.
Alito cattivo: spesso è causa di fermentazione intestinale
L’alitosi è un problema che non riguarda solo l’igiene della bocca ma ha radici più profonde: nasce nell’intestino e si estende al fegato.
All’origine c’è spesso una forte fermentazione intestinale, una “battaglia” che non riesce ad essere domata.
Se l’intestino è in uno stato di sofferenza e c’è disbiosi, il cibo tende a fermentare producendo gas, l’intestino non assorbe tutto il cibo, si crea un accumulo di tossine che tendono a risalire nel cavo orale influendo sulla qualità del nostro alito.
Ricorda che l’intestino è uno degli organi cruciali non solo per l’assorbimento dei nutrienti, ma anche per l’eliminazione delle tossine e l’alito cattivo può essere un primo campanello di allarme per problemi infiammatori e immunitari.
Stitichezza ostinata
Se oltre a fermentazione e disbiosi, l’intestino inizia a bloccarsi e lo svuotamento è parziale, vi è un ulteriore accumulo di tossine dato da feci stagnanti.
Queste tendono a ingolfare l’addome, avvelenando le delicate mucose, creando molte tossine nel sangue e nel fegato, che stenta a ripulirsi.
Alitosi: quando fatichi a smaltire le tossine
L’alito cattivo è dunque la spia che ci avverte che il nostro corpo fa fatica a depurarsi ed anzi trattiene tossine.
Tutto ha inizio dalla digestione che, se indebolita e incompleta, impedisce al cibo di venir trasformato in nutrimento.
L’accumulo di tossine nel corpo è inevitabile con conseguenze che si ripercuotono non solo sulla qualità dell’alito ma su tutto l’organismo.
Come smaltire le tossine?
Va subito messo l’intestino in condizione di sbloccarsi e liberarsi regolarmente, specie in presenza di feci secche e dure, segno di forte disidratazione e carenza di fluidi nell’intestino.
Va indagato se vi è presenza di parassiti, aderenze, condizioni di colon più lungo o di retto “a sacca”.
Alitosi e fegato grasso
Se l’addome fa fatica a liberarsi dalle tossine, anche il fegato ne risente e stenta a ripulirsi.
Un fegato congestionato è infatti un altro sintomo di alitosi.
È un organo che ha un ruolo cruciale nel mantenere il tuo corpo in buona salute.
Rimuove le tossine dal sangue e scompone sia l’alcol sia le sostanze chimiche contenute nei farmaci.
Ad ostacolare il delicato processo di depurazione dalle tossine, vi è spesso un accumulo eccessivo di acidi grassi nel fegato dovuto ad una dieta alimentare troppo sbilanciata verso i carboidrati, grassi di pessima qualità (grassi trans, idrogenati, oli vegetali, margarina) e carenza di quelli di ottima qualità (olio di cocco, ghi, olio extravergine di oliva).
Come combattere l’alitosi a tavola in 3 passi
1. Elimina tutte le cause di fermentazione
Abbiamo visto che la fermentazione intestinale è spesso l’origine di un alito cattivo.
Vediamo ora come evitare questa condizione.
Prima di tutto vanno evitate le cattive associazioni di alimenti come:
- consumare zuccheri: tutti, dagli amidi alla frutta
- consumare frutta o dolce dopo il pasto
- bere vino o birra durante i pasti
- associare legumi al consumo di crucifere
- fare della cena il pasto principale e dunque completo
- mescolare più tipi di proteine in un unico pasto
- consumare proteine processate
- carboidrati industriali di cattiva qualità ricchi di oli di semi
- eccedere nel consumo di formaggi industriali
Aiuta invece la regolarità intestinale ed abituati a:
- bere almeno due litri di acqua calda al giorno
- consumare grassi sani
- preferire cotture in umido e al vapore
- consumare abbondanti porzioni di verdure cotte in modo delicato specie quelle a foglia verde
- usare all’occorrenza rimedi a base di erbe
2. Elimina i parassiti
Se l’intestino è in difficoltà, c’è disbiosi (cioè la flora batterica intestinale è ricca di lieviti e povera di batteri amici), fermentazione e un grande abuso di zucchero (il cibo preferito dei batteri patogeni e dei parassiti), il tuo corpo si tramuta in una casa perfetta per i parassiti che si stabiliscono e possono essere con te per anni.
Avere i parassiti ci costringe anche a processare le tossine del loro metabolismo, ecco perché possiamo sentirci intossicati, appesantiti, il fegato può risentirne e di conseguenza anche l’alito diventa pesante.
Se desideriamo essere sicuri della loro presenza, la cosa migliore è effettuare un controllo usando la radioestesia, una vera e propria tecnica che può rilevare la presenza delle loro “frequenze”, trovando un bravo chinesiologo a cui rivolgerci.
Se temiamo di averli con noi da tempo, può essere importante eliminarli, ma in modo naturale, utilizzando dei disinfettanti fitoterapici, cioè a base di piante ed erbe.
Ecco i più efficaci che puoi ordinare in farmacia:
- Ossipur della OTI in gocce, quando i sintomi sono soprattutto respiratori: da 20 a 30 gocce prima di due pasti della giornata per un mese, iniziando gradualmente.
- Rimedio 32 della VILLA LABOR in gocce, quando hai sintomi importanti da tempo: da 20 a 30 gocce prima di due pasti della giornata per un mese, iniziando gradualmente.
- Tenafer del dott. Giorgini in capsule, meglio se con aglio: da 2 a 5 capsule al dì. Comodo in viaggio e a scopo preventivo, sempre per un mese.
A scopo preventivo puoi ripetere il trattamento una volta l’anno.
3. Ripopola l’intestino con probiotici e fermenti
Una volta eliminati i parassiti, è importante effettuare almeno 3 mesi con un buon probiotico così da ripopolare l’intestino con colonie di batteri amici.
Il nostro organismo è infatti abitato da 40 trilioni di batteri che vivono in simbiosi con noi ed è grazie a loro che il nostro organismo può svolgere diverse funzioni vitali come la digestione, l’assimilazione dei nutrienti e la produzione di sostanze che non saremmo in grado di sintetizzare senza di loro.
Sapere che la nostra stessa vita dipende dalla buona salute di qualche miliardo di batteri invisibili ad occhio nudo dovrebbe farci comprendere quanto sia importante prendercene cura.
La carenza cronica di fibre e un eccesso di zuccheri e carboidrati raffinati, caratterizza ormai lo stile di vita occidentale.
Questo ha un effetto potenzialmente devastante sul nostro apparato gastrointestinale, che si riflette, nel bene e nel male, su tutto il nostro organismo.
Cosa sono i probiotici
I probiotici sono degli organismi vivi, per lo più appartenenti alla famiglia dei Lactobacillus e Bifidobacterium.
Pur non facendo parte del microbiota umano, sono un valido aiuto nel migliorare la digestione, il transito intestinale e nella cura delle diarree causate da antibiotici o da infiammazioni del colon.
Probiotici, ecco le fonti
Sono ottime fonti di probiotici:
- lo yogurt, preferibilmente da latte di capra, ricco di Lactobacillus thermophilus, bifidus e bulgaricus e tassativamente privo di zuccheri, edulcoranti e aromi artificiali
- il kefir da latte di capra, ricco di Lactobacillus bifidus e antiossidanti
- i crauti ricchi anche di vitamine A, B, C, E
- le microalghe come Chlorella e Spirulina che presentano il più alto apporto di Lactobacillus e Bifidum bacterium
- il miso, alimento tradizionale giapponese, contiene una grande quantità di nutrienti ed è ricco di Lactobacillus e Bifidum bacterium
- i cetrioli sottoaceto che devono però essere di ottima qualità e senza zuccheri aggiunti
- l‘aceto di cocco ottenuto mediante fermentazione naturale del nettare della noce di cocco
- le verdure fermentate, ricche di enzimi, acidi grassi Omega 3, antiossidanti, solo se di ottima qualità o, ancora meglio, preparate in casa
Conclusione
L’alito cattivo ha diverse cause.
La principale si annida nell’intestino che quando è sofferente impedisce all’organismo di espellere in modo naturale il carico di tossine che trova altre vie per fuoriuscire, ed il cavo orale è una di queste.
Le soluzioni sono diverse e mirano tutte a ripristinare l’equilibrio della microflora intestinale attraverso una pulizia, l’utilizzo di probiotici e un’alimentazione a ridotto apporto di zuccheri come quella proposta all’interno dell’Online Program.
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