L’aterosclerosi è una malattia degenerativa che colpisce in modo particolare le arterie iliache, coronariche e carotidi con una lenta ma progressiva calcificazione a seguito di depositi di placche.

Queste sono di materiale in gran parte grasso, di colore bianco o giallognolo e, nei casi più gravi, formano delle vere e proprie masse che ostruiscono il regolare flusso sanguigno verso organi vitali come cuore e cervello.

Quando nelle arterie coronarie il flusso viene gravemente ridotto, si verifica un attacco cardiaco (infarto del miocardio).

Se invece viene ridotto nelle arterie carotidi, si verifica un ictus cerebrale.

Data la gravità e purtroppo la grande diffusione dell’aterosclerosi, si è fin troppo demonizzato il colesterolo, ritenendo a torto che alti livelli riscontrati nel sangue (ipercolesterolemia) fossero la causa primaria di aterosclerosi e dunque di attacchi cardiaci e ictus.

In questo articolo andiamo a scoprire perché prendere in esame il colesterolo totale è fuorviante e non ci dice nulla e qual è il nuovo paradigma a cui sono giunti gli studiosi.

Ecco l’indice dell’articolo:

Mezzo secolo di bugie

È da più di mezzo secolo che ci ripetono che dobbiamo tenere il colesterolo il più basso possibile stando lontani dai cibi naturalmente ricchi di questa sostanza (ad es. le uova, grassi saturi).

Pochi sanno che già nel 1977, con la pubblicazione del Framingham Study, era emerso che non vi era alcuna correlazione tra malattie cardiache e colesterolo totale alto.

Oggigiorno le evidenze scientifiche che scagionano il colesterolo dall’essere il principale responsabile dell’aterosclerosi sono sempre più numerose ma la convinzione della sua pericolosità è molto radicata e difficile da scalfire.

Negli USA decenni di studi e ricerche volte a dimostrare la relazione tra colesterolo alto e malattie cardiovascolari hanno fallito e nelle ultime linee guida dietetiche del 2015-2020 (Dietary Guidelines for America, pubblicate ogni 5 anni dal Dipartimento dell’Agricoltura e della Salute e dal Dipartimento dei Servizi Umani Americani), finalmente c’è un cambio di rotta e si dichiara che:

il colesterolo alimentare non è considerato un fattore di rischio in caso di sovraconsumo“.

Non esiste un legame tra colesterolo LDL alto e le malattie cardiache

Non esiste un legame tra colesterolo LDL alto e le malattie cardiache

Nel contempo nel 2018, nell’ambito di una revisione pubblicata nella rivista Expert Review of Clinica of Pharmacology, vengono presentate prove sostanziali che i livelli di colesterolo totale e colesterolo LDL non sono indicativi di rischio di malattie cardiovascolari e che i benefici dell’uso delle statine come forma di prevenzione sono a dir poco dubbi.

I ricercatori hanno evidenziato che sono stati completamente ignorati almeno una dozzina di studi dai quali non risultava nessuna associazione tra colesterolo alto e malattie cardiache.

Così come accade per il colesterolo totale, se l’LDL alto fosse responsabile dell’aterosclerosi, allora i pazienti con LDL alto avrebbero diagnosi di questa malattia più frequente (cosa che non accade!); e quelli con livelli altissimi dovrebbero avere l’aterosclerosi al massimo grado di gravità (ma anche questo non accade!).

I ricercatori citano studi in cui si mostra che non c’è legame tra l’LDL, la calcificazione delle coronarie e vari gradi di aterosclerosi.

Stessa cosa per i livelli di LDL in relazione alle malattie cardiovascolari.

Infatti, in uno studio condotto su quasi 140.000 pazienti vittime di infarto acuto del miocardio, si è visto che, al momento del ricovero in ospedale, questi avevano livelli di LDL inferiori al normale.

In un altro studio, che inizialmente aveva riportato scoperte simili, si decise di procedere abbassando ulteriormente i livelli di LDL.

Nella fase di follow-up durata tre anni è risultato che i pazienti con un livello di LDL inferiore a 105 mg/dl avevano un tasso di mortalità doppio rispetto a quelli con LDL più alto.

Gli autori di questo studio suggeriscono che questa relazione inversa tra LDL e malattie cardiovascolari potrebbe essere dovuta al fatto che bassi livelli di LDL aumentano il rischio di infezioni e tumori.

Gli autori, inoltre, hanno presentato prove che persone anziane con alti livelli di LDL non muoiono prematuramente, anzi vivono mediamente più a lungo di quelli con LDL o che sono sotto terapia con statine.

Allora perché le malattie cardiocircolatorie sono la prima causa di morte nel mondo occidentale?

Negli USA le malattie cardiovascolari sono tra le principali cause di morte e, negli ultimi anni, anche l’Italia si è allineata a questa tendenza.

Considerando l’uso sempre più ampio delle statine e l’ossessione diffusa delle persone di tenere il colesterolo basso con ogni mezzo possibile, le malattie cardiache dovrebbero essere ormai un ricordo invece accade esattamente il contrario.

Questo dovrebbe quanto meno spingere a farsi delle domande sulla validità del dogma “colesterolo alto= malattie del cuore” e sul fatto che le statine siano la soluzione del problema.

Fino ad oggi ci hanno sempre detto che il valore totale del colesterolo è un indicatore sufficiente per capire se il cuore è in salute.

In realtà si tratta di un dato che non dice praticamente nulla al riguardo.

Per capire veramente se il cuore e il sistema cardiovascolare sono in buona salute dobbiamo andare più a fondo.

Fine di una credenza

Il buon livello di conoscenza raggiunto negli ultimi anni sulla malattia, libera il colesterolo dall’essere visto come l’unico protagonista sul banco degli imputati di questa patologia dagli esiti spesso mortali.

Medici e studiosi sono ormai concordi nell’affermare che: i depositi arteriosclerotici non sono causati dall’ipercolesterolemia.

L’aumento di colesterolo non è la causa della calcificazione delle arterie ma una conseguenza.

È semmai il segnale del cattivo stato, della debolezza delle nostre arterie e che la malattia (aterosclerosi) si sta sviluppando.

Le arterie, queste sconosciute

Immaginale come dei tubi di irrigazione robusti e flessibili che, con la forza della pressione, trasportano il sangue dal cuore alle varie parti del corpo.

La sfida per non incorrere in malattie degenerative come l’aterosclerosi, è tenerle elastiche, pulite, libere da incrostazioni, dalle temute placche che si formano sulle pareti interne delle arterie (endotelio).

I depositi arteriosclerotici in realtà sono una sorta di meccanismo riparatore messo in atto dall’organismo per tamponare le microlesioni delle arterie.

Il colesterolo è infatti per il 75% autoprodotto dal corpo, è il cosiddetto colesterolo endogeno.

Solo il 25% è la parte esogena, che proviene cioè dall’alimentazione quotidiana, quasi esclusivamente derivante dal consumo di grassi animali.

Si stima che dall’alimentazione ne ricaviamo tra 0,1 e 0,5 grammi al giorno, contro gli 1 o 2 grammi prodotti quotidianamente dal nostro organismo.

Il colesterolo endogeno viene prodotto per la quasi totalità dal fegato.

È lui che decide quanto produrne in base ai segnali che giungono dalle varie parti del corpo.

Lipoproteine A e B

Per essere trasportato in tutti gli organi e tessuti, il colesterolo si lega a delle particolari proteine che lo rendono solubile: le lipoproteine.

È sotto questa veste che la materia grassa viene trasportata nel flusso sanguigno.

Il Dott. Rath, paladino della medicina cellulare, con i colleghi dell’Università di Amburgo ha condotto degli studi sulla concentrazione di lipoproteine di tipo A nelle pareti delle arterie.

La scoperta è stata chiarificatrice: ha constatato che vi erano tante lesioni quante particelle di lipoproteina A.

Il che sta ad indicare come al fegato giunga il segnale di danneggiamento delle pareti arteriose e come lui provveda a ripararle con un aumento di produzione di un certo tipo di colesterolo, composto da particelle adesive che ben si radicano e otturano le micro fessure.

Il colesterolo ha dunque anche un ruolo riparatore delle arterie danneggiate.

Più queste sono lesionate e fragili, più il metabolismo è indotto a produrre molecole di colesterolo dal fegato.

Una teoria proposta anche dal Dr. Nadir Alì che afferma che LDL ossidato può proteggere il corpo dal danno ossidativo così come la lipoproteina A (LPA), sacrificando se stesso.

L’LDL ci sta, insomma, proteggendo, e non è più il capro espiatorio, la vittima di una caccia alle streghe.

Dobbiamo invece chiederci il perché le particelle di colesterolo LDL vengono ossidate e cosa possiamo fare per impedire tale ossidazione?

Aterosclerosi e infiammazione

Aterosclerosi e infiammazione

Andando ancora più in profondità è lecito chiederci come si formano le micro fessure nelle arterie che fanno scattare il messaggio al corpo di produrre più colesterolo ossidato?

La risposta è a causa dell’infiammazione sistemica e cronica, un fenomeno che si sviluppa e prende vita in modo silente e in modo silente ci danneggia.

Come difenderci?

Qual è il migliore campanello di allarme per l’aterosclerosi e le malattie cardiache?

La resistenza all’insulina sembra essere la causa fondamentale delle malattie cardiache

A causa della continua esposizione allo zucchero nel sangue e all’azione dell’insulina, si formano acidi grassi, una quantità notevole di particelle che glicano e quindi diventano piccole, dure, appiccicose e tendono a fare tanti danni sia nei vasi che nel fegato.

Questo è l’unico tipo di colesterolo pericoloso, ed è prodotto dal corpo a partire dalla digestione dei carboidrati e non ha nulla a che fare con grassi sani consigliati in un approccio chetogenico nutrizionale e moderato.

Sono queste piccole particelle dure e appiccicose a finire attaccate alla placca, mentre il colesterolo sano derivante dai grassi sani assunti dalla dieta, non solo non si ferma sui vasi e non crea placche ma è la soluzione al problema!

Essere resistenti all’insulina è dunque avere una sindrome metabolica che, a sua volta, è strettamente legata ad un consumo eccessivo di grassi Omega 6, nello specifico l’acido linoleico (LA) presente soprattutto nei semi oleoso come noci, mandorle, semi di zucca, di girasole, di cui spesso se ne fa un uso eccessivo nella convinzione che siano grassi sani.

Vi sono inoltre ricerche che dimostrano che più grassi polinsaturi (PUFA) consumi, più alti sono i tuoi livelli di Lpa e LDL ossidato

Consumare quindi oli di semi vegetali costantemente, è uno dei fattori principali che favoriscono l’aterosclerosi.

Colesterolo e stress

Una delle cause dell’insulino resistenza è data dallo stress.

Quando il cortisolo aumenta, anche l’insulina sale.

Anche lo stress fisico e da iperlavoro fisico, per esempio quello a carico degli atleti, può portare il corpo verso l’infiammazione e portare un rialzo del colesterolo.

Questo perché il colesterolo è il più importante antinfiammatorio che il corpo possieda e che è costretto a produrne di più ogni volta che è in difficoltà.

Bloccare questa produzione in modo chimico con le statine è l’azione più pericolosa per la nostra salute che possiamo fare, togliendo al corpo l’arma principale per riparare i tessuti e guarire.

Insulino resistenza e HDL basso

Spesso si crede che avere un HDL basso sia una grande fortuna, in realtà si è visto come bassi livelli di lipoproteine a bassa densità (HDL) sono indicatori della resistenza all’insulina.

Al contrario, valori di HDL normali (da 65 a 85 mg/dl), sono il segnale di una buona sensibilità all’insulina e il rischio di aterosclerosi si riduce.

Alla luce di questa nuovo paradigma come comportarsi a tavola?

Abitudini a tavola per prevenire l’aterosclerosi

Abitudini a tavola per prevenire l'aterosclerosi

Hai compreso che non sono i grassi sani che mangi attraverso la chetogenica a creare un rialzo di colesterolo che ti nuoce.

Il problema si pone se tu non mangi grassi sani e quando, per paura dei grassi, inizi ad abusare di carboidratizuccheri e frutta.

Hai fame e, per saziarti, scivoli in un abuso di questi nutrienti.

Fintanto che non mangi grassi sani e sei esposto allo zucchero costantemente, il tuo corpo accumula grassi sia nelle cellule adipose che nel sangue ed è questo il processo che innesca l’infiammazione e l’ossidazione delle tue lipoproteine, con un rialzo del valore dei trigliceridi, della PCR, della glicemia e della emoglobina glicata.

Dannosi per il fegato e il cuore sono anche caffè, vino e derivati del latte.

Mentre i grassi sani, uniti a un po’ di proteine fresche e sane, a tante verdure, ad una buona idratazione e ad un movimento naturale sono la soluzione, così come insegniamo all’interno di SAUTÓN e in particolare nel  programma online.

Test per misurare l’LDL ossidato

Abbiamo visto come il valore del colesterolo totale è insignificante al fine di valutare il rischio di malattie cardiovascolari.

Ci sono esami e test molto più utili.

Il primo è il Test del Boston Heart che misura i fosfolipidi ossidati su APO-B (OxPL/apoB) e fornisce una misura più accurata delle LDL ossidate.

Poi c’è il Test ApoB: anche questo può essere utile per valutare il rischio di aterosclerosi.

Le ApoB sono le molecole che veicolano nel sangue le molecole di LDL e la ricerca degli ultimi 10 anni mostra avere le ApoB elevate e un LDL normale, sia maggiore il rischio dell’aterosclerosi in quanto le particelle di ApoB hanno maggiore probabilità di depositarsi nella parete arteriosa causandone l’ispessimento e la formazione di placche.

In sintesi, il numero delle particelle di ApoB conta più del valore del colesterolo totale che tanto ci spaventa.

Altri test per valutare la condizione metabolica e l’infiammazione

Vi sono alcuni esami del sangue e diagnostici, oltre ai test sopra citati che puoi richiedere al tuo medico, per valutare la tua condizione metabolica:

  • Glucosio a digiuno
  • Gamma-glutamil Transferasi (GGT)
  • Emoglobina glicata
  • PCR
  • Scansione del calcio nelle arterie coronarie (CAC) 
  • infiammazione sistemica cronica

I migliori rebalancer

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Nello store SAUTÓN puoi contare su uno speciale programma di pulizia che puoi ripetere più volte l’anno.

Il nostro sistema per purificare il corpo dall’eccesso di grassi, di zuccheri e di tossine epatiche, è composto da due prodotti, che vanno usati insieme per un minimo di 1 mese e un massimo di 3 mesi, da ripetere più volte l’anno.

Questi sono Cholesterol(ricco di Berberina e monacolina K) e Liver,  cui vanno sempre aggiunte la Vitamina D3 e la Vitamina K2, ottimi presidi antinfiammatorio e anti age, in cicli di un mese da ripetere più volte l’anno, soprattutto da ottobre ad aprile, i periodi in cui è più difficile esporsi al sole in modo quotidiano.

Aggiungi anche un integratore di Omega-3 EPA/DHA: sullo shop SAUTÓN puoi trovare Omegor Vitality, Omegor Antiage e Omegor Veg.

Conclusione

Il colesterolo totale e un valore elevato delle lipoproteine a bassa densità (LDL) non sono più da considerarsi fattori di altro rischio di malattie cardiache.

Non ti dice nulla sulla salute effettiva del tuo sistema circolatorio e del tuo cuore.

Il colesterolo non è una sostanza pericolosa e perché, quando si alza, c’è sempre un motivo. 

C’è infatti un nuovo paradigma che afferma che le cause primarie dell’aterosclerosi sono:

  • sindrome metabolica
  • insulino resistenza
  • eccessivo consumo acido linoleico (ALA)
  • bassi livelli di HDL, le lipoproteine ad alta densità
  • stress ed alti livelli di cortisolo
  • infiammazione sistemica cronica

Il colesterolo non è dunque un nemico, le placche non sono causate dal colesterolo.

Tutto il processo è causato dalla infiammazione e dalla esposizione allo zucchero.

Ecco perché oggi si considerano i problemi cardiocircolatori un problema metabolico conseguente ad una esposizione esagerata a carboidrati e insulina mai vista nella storia, unita a condizioni di stress anche queste mai viste prima.

Questa doppia condizione ha fatto sì che i problemi cardio circolatori siano la principale causa di morte odierna.

Oggi però tutti i cardiologi che studiano e si aggiornano stanno contribuendo in tutto il mondo a riscrivere questa storia, a trattare i problemi cardio circolatori come problemi metabolici (una condizione di pre diabete e insulino-resistenza mai davvero diagnosticata).

Quando la prospettiva è mutata, anche le soluzioni sono diventate chiare e a portata di mano: non più lotta ai grassi sani e statine, ma:

  • chetogenica nutrizionale
  • digiuno
  • lavoro sullo stress
  • moderata ma quotidiana attività fisica

Queste sono le basi fondamentali per prevenire aterosclerosi e disturbi cardiocircolatori ed è ciò che insegniamo all’interno di SAUTÓN.

Fonti:

2015-2020 Dietary Guidelines

Cholesterol Dose Not Cause Heart Disease

https://www.drrathresearch.org/

The Role of Oxidized Low-Density Lipoproteins in Atherosclerosis: The Myths and the Facts

Leggi anche:

L’inganno del colesterolo alto

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Omegor, l’integratore di DHA amico del nostro cervello


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