Affascinanti ricerche mostrano che il tuo cervello ha un’enorme plasticità, che sei tu a controllare attraverso la dieta e lo stile di vita.

Sfortunatamente, le persone sono state sottoposte a un così grosso lavaggio del cervello dalle industrie di zucchero e prodotti confezionati da credere che lo zucchero sia un nutriente che è perfettamente ragionevole inserire in una dieta sana.

Un dolce non può poi fare troppo danno… a condizione che si tratti solo di un piacere che ci si concede ogni tanto – e non qualcosa di cui si abusa.

La maggior parte delle persone, però, ne abusa. E questo è dire poco.

L’americano medio consuma quasi 150 grammi di zucchero al giorno, la metà del quale è fruttosio processato.

Altre statistiche si trovano nel libro del Dr. Richard Johnson, The Sugar Fix, che suggerisce che circa il 50% degli Americani ne consuma circa 1/2 libbra, più di 225 grammi, al giorno! (Johnson RJ and Gower T. (2009) The Sugar Fix: The High-Fructose Fallout That is Making You Sick and Fat, Pocket, 416 pp)

Nella maggior parte dei casi si parla di consumo eccessivo di zucchero collegandolo al problema dell’obesità, a cui contribuisce senz’altro. Ma i problemi dello zucchero vanno ben oltre l’aumento di peso.

Quando consumi troppo zucchero, questo provoca seri squilibri nel corpo, inclusi cambiamenti microbici che hanno effetti di vasta postata sulla tua salute.

Mangiare troppo zucchero danneggia irreparabilmente il cervello

E’ noto che l’obesità, il diabete di tipo 2 e le malattie cardiache sono causate, in parte, da una dieta povera con eccesso di zuccheri (incluso il fruttosio).

Ma i problemi al cervello? Anche questi sono fortemente collegati al cibo, all’insaputa di molti.

Uno studio condotto sui topi, pubblicato sul journal Neuroscience, ha rivelato che una dieta ad alto contenuto di zuccheri portava un’alterazione della flora batterica intestinale, cosa che era a sua volta collegata ad una significativa perdita di flessibilità cognitiva, che è l’unità di misura delle capacità del tuo cervello di adattarsi al cambiamento (2).

Nello studio è stato notato anche un indebolimento di memoria a lungo termine e a breve termine (3).

Dopo 4 settimane di consumo di enormi quantità di zucchero, i topi si mostravano piuttosto scarsi in svariati test su funzioni fisiche e mentali, se paragonati ai topi che facevano una dieta equilibrata.

Un’ulteriore analisi del microbioma dei topi ha rivelato che l’alterazione dei batteri intestinali nei topi che mangiavano alte dosi di zucchero era direttamente collegato alle loro scarse capacità nei test di flessibilità cognitiva.

Kathy Magnusson, professore dello OSU College di Medicina Veterinaria e ricercatore leader del Linus Pauling Institute, ha detto in una news dello Oregon State University: (4)

“E’ sempre più chiaro che la nostra flora batterica intestinale può comunicare con il cervello umano… I batteri possono rilasciare composti che agiscono come neurotrasmettitori, stimolando i nervi sensoriali o il sistema immunitario e influenzando una vasta gamma di funzioni biologiche…
Non siamo sicuri sulla tipologia dei messaggi che vengono inviati, ma ne stiamo tracciando il percorso e gli effetti.”

Troppo zucchero rende stupidi…

Questa non è la prima volta che lo zucchero viene collegato al declino cognitivo.

Nel 2012 i ricercatori hanno indagato sugli effetti dello sciroppo ad alto contenuto di fruttosio, simile allo sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio (high-fructose corn syrup – HFCS), un dolcificante molto economico sei volte più dolce dello zucchero di canna, che è utilizzato in molte bibite, cibo processato, condimenti e alcuni alimenti per neonati.

Il team ha cercato di studiare gli effetti di un apporto costante di questa forma di fruttosio super processato e concentrato.

I ricercatori hanno nutrito i topi con una soluzione di fruttosio come se fosse acqua per 6 settimane, poi hanno testato la loro capacità di ricordare la via d’uscita da un labirinto (5).

I topi nutriti con lo sciroppo di fruttosio mostravano significative carenze nelle capacità cognitive – avevano difficoltà a ricordare la via d’uscita.

Erano lenti e i loro cervelli hanno evidenziato un declino dell’attività sinaptica.

Le loro cellule cerebrali avevano difficoltà a mandarsi segnali l’una con l’altra, e questo disturbava la capacità dei topi di pensare con chiarezza e di ricordare la strada che avevano imparato sei settimane prima.

Inoltre i topi nutriti con fruttosio mostravano segni di resistenza all’insulina, l’ormone che controlla gli zuccheri nel sangue e le funzioni sinaptiche del cervello.

Dal momento che l’insulina è capace di attraversare la barriera ematoencefalica, può innescare processi neurologici importanti per l’apprendimento e la memoria.

Consumare una grande quantità di fruttosio può bloccare la capacità dell’insulina di regolare la modalità in cui le cellule cerebrali conservano e usano lo zucchero per i bisogni energetici e per nutrire pensieri ed emozioni (6).

A un secondo gruppo di topi sono stati dati grassi Omega 3 nella forma di olio di semi di lino e DHA (acido docosaesaenoico), oltre alla dieta ad alto contenuto di fruttosio.

Dopo 6 settimane questo gruppo di topi era capace di muoversi nel labirinto meglio e più velocemente dei topi del gruppo non DHA.

I ricercatori hanno concluso che il DHA protegge dagli effetti nocivi del fruttosio sul cervello.

Il DHA è essenziale per le funzioni sinaptiche – aiuta le cellule cerebrali a trasmettersi segnali l’una con l’altra, che è il meccanismo che rende possibile l’apprendimento e la memoria.

Molti americani hanno gravi carenze di grassi omega 3, il che significa che sono molto vulnerabili agli effetti del fruttosio.

Alti livelli di zuccheri nel sangue sono collegati a perdita di memoria

Ricordi come i topi nutriti con fruttosio mostravano segni di resistenza all’insulina, che giocava un ruolo chiave negli effetti negativi sul cervello?

Anche se non hai diabete di tipo 2 o pre-diabete (che suggerisce resistenza all’insulina), alti livelli di zuccheri nel sangue sembrano avere un’influenza negativa sull’apprendimento.

Uno studio ha coinvolto persone (di età media di 63 anni) che non avevano diabete e pre-diabete (o squilibri da intolleranza al glucosio). Anche in questo gruppo, quelli con livelli di zuccheri nel sangue più alti ottenevano punteggi più bassi nei test di memoria.

Per ogni 7-mmol/mol di aumento in HbA1c (una misura del glucosio nel sangue), i partecipanti ricordavano due parole in meno nei test di memoria.

Quelli con più alti livelli di zuccheri nel sangue avevano anche un volume più piccolo dell’ippocampo, la regione cerebrale collegata alla memoria.

Uno degli autori dello studio ha detto:

“Clinicamente, anche se i livelli di zucchero nel tuo sangue sono normali, livelli più bassi favoriscono di più il tuo cervello nella lunga corsa delle funzioni della memoria, così come le strutture collegate alla memoria come l’ippocampo.

Scientificamente, siamo stati in grado di gettare ulteriore luce sui meccanismi che mediano questi effetti. Misurazioni basate su DTI (Diffusione di imaging del tensore) hanno dimostrato che non solo il volume dell’ippocampo, ma anche l’integrità microstrutturale è più bassa se i livelli di zucchero nel sangue sono più alti.”

Se diventi desensibilizzato all’insulina, il tuo intero corpo ne soffre

Molto probabilmente questo effetto ha a che fare con l’accresciuto livello di insulina rilasciata in risposta a livelli di zuccheri nel sangue cronicamente alti…

Ogni pasto o snack ricco di cereali e zuccheri di solito genera un rapido aumento del glucosio nel sangue.

Per compensare questo fenomeno il pancreas secerne insulina nel torrente sanguigno, che abbassa i livelli di zucchero nel sangue per proteggerti.

L’insulina è anche molto efficiente nell’attività di abbassare gli zuccheri nel sangue trasformandoli in grassi – quindi più ne secerni, più ingrassi.

Sfortunatamente, se fai una dieta ricca di carboidrati e cereali, i livelli di zuccheri nel sangue saranno di conseguenza alti e con il tempo diventerai insensibile all’insulina e sarà necessaria una quantità sempre più alta perchè il suo lavoro avvenga efficacemente.

Questo potrebbe a lungo andare portarti a una condizione di insulinoresistenza o anche di diabete.

Ma come mostrano i nuovi studi, gli effetti di questo ciclo zucchero/insulina cominciano a mostrarsi ancor prima che si sia innescata la resistenza all’insulina.

Anche la demenza è collegata a una dieta povera

E’ evidente che lo stesso processo patologico che porta alla resistenza all’insulina e al diabete di tipo 2 può anche valere per il tuo cervello.

Se abusi di zuccheri e cereali il tuo cervello diventa costantemente sommerso di insulina e a lungo andare si spegne la sua segnalazione dell’insulina, e questo porta a problemi nelle capacità di pensiero e memoria e può provocare in certi casi danni permanenti al cervello, oltre ad altre patologie.

La ricerca ha anche mostrato che alti livelli di glucosio sono associati a maggiore età percepita (7). In altre parole, più alti sono i livelli di glucosio, più sembrerai vecchio!

Anche l’Alzheimer è stato provvisoriamente soprannominato “diabete di tipo 3” nei primi mesi del 2005, quando i ricercatori hanno scoperto che, oltre al pancreas, anche il tuo cervello produce l’insulina, e questa insulina del cervello è necessaria per la sopravvivenza delle cellule cerebrali.

Gli studi hanno evidenziato che le persone con bassi livelli di recettori di insulina e di insulina nel cervello hanno spesso il morbo di Alzheimer.

Il neurologo Dr. David Perlmutter, MD insiste sul fatto che essere molto severi nel limitare il consumo di zucchero e carboidrati è uno dei passi più importanti che si possano adottare per prevenire l’Alzheimer.

Egli cita la ricerca della Mayo Clinic, che ha evidenziato che le diete ricche di carboidrati sono associate a un rischio dell’89% maggiore di demenza.

Lo zucchero distrugge la salute della tua flora batterica, e di conseguenza del tuo cervello…

Tornando allo studio di prima, i disturbi della memoria sono stati direttamente collegati a un’alterazione della flora batterica intestinale, causata dal consumo di zucchero in eccesso.

Questo non dovrebbe sorprenderci, dal momento che l’intestino, che pullula di vita microbica, comunica anche con il cervello, attraverso quello che è noto come “asse intestino-cervello”.

Incastonato nella parete dell’intestino c’è il sistema nervoso enterico (ENS ), che funziona sia indipendentemente, sia in collaborazione con il cervello.

La comunicazione tra i “due cervelli” va in entrambe le direzioni e questo è il motivo per cui gli alimenti influenzano l’umore o per cui, ad esempio, l’ansia può prendere lo stomaco.

Ma questo collegamento intestino-cervello va ben oltre il semplice conforto che deriva dal cibo o le “farfalle nello stomaco”.

Secondo lo Scientific American: (8)

“L’asse intestino-cervello sembra essere bidirezionale, il cervello agisce sulle funzioni gastrointestinali e immunitarie, aiutando a modellare la produzione microbica dell’intestino, e microbi intestinali producono composti neuroattivi, compresi i neurotrasmettitori e metaboliti che agiscono anche sul cervello.”

I cambiamenti nella flora batterica possono influenzare il cervello

L’intima connessione tra la flora batterica e il cervello spiega anche perché i cambiamenti nella tua flora batterica sono collegati a disordini cerebrali e a tanti altri disturbi, inclusa la depressione.

Jane Foster, PhD, professore associato dello Psychiatry and Behavioral Neurosciences presso la McMaster University, ha descritto sul Medicine Net i molteplici modi in cui la flora batterica comunica con il cervello:

“…uno è tramite il sistema nervoso enterico, la parte del sistema nervoso che governa il tratto digerente. Inoltre, i batteri intestinali possono alterare il funzionamento del sistema immunitario, che può influenzare il cervello.

I batteri intestinali sono coinvolti anche nella digestione e le sostanze che producono quando distruggono il cibo possono influenzare il cervello. In certe condizioni, come lo stress o infezioni, i batteri intestinali che potenzialmente causano malattie, o difettosi, possono fuoriuscire attraverso la parete intestinale ed entrare nel flusso sanguigno, e questo consente loro e alle sostanze chimiche di interagire con il cervello attraverso le cellule delle pareti dei vasi sanguigni.

I batteri possono anche comunicare direttamente con le cellule in alcune regioni del cervello, comprese quelle situate in prossimità delle zone coinvolte nello stress e nell’umore …”

Il Dr. Perlmutter ha anche precisato che una delle prerogative di una dieta sana per prevenire le malattie, inclusi i problemi neurologici, è che modifichi e migliori la qualità della flora batterica.

“Ora stiamo riconoscendo che i batteri intestinali brandiscono questa potente spada di Damocle… Determinano se avremo un cervello in salute o meno e se il nostro cervello si ammalerà o meno. Chi l’avrebbe mai detto che dovevamo guardare l’intestino?”

Come mantenere in salute il tuo intestino (e il tuo cervello)

Un intestino in salute potrebbe quindi essere la chiave per un cervello in salute. E una delle strategie chiave per mantenere in salute l’intestino è limitare gli zuccheri, incluso il fruttosio.

Puoi preservare la salute della tua flora batterica consumando verdure, frutta e una piccola porzione giornaliera di cereali integrali e integrando la tua alimentazione con i probiotici (attraverso dei buoni integratori).

Dei proibiotici abbiamo parlato anche in questo articolo.

Fonte: “Eating Sugar Makes You Stupid” – Mercola.com