In Italia ben 4 persone su 10 hanno una malattia cronica. Sono circa 24 milioni, il 40% di tutta la popolazione. Sono questi i dati che emergono dal rapporto “Osservasalute” condotto dall’Università Cattolica di Roma, cifre, sottolinea lo studio, in continua e rapida crescita.
Le malattie croniche, non va dimenticato, sono inoltre la principale causa di morte in quasi tutto il mondo e comprendono un ampio ventaglio di patologie:
- ipertensione
- ipercolesterolemia
- diabete
- asma
- coronaropatie
- disfunzione della tiroide
- anemia
Ci sono poi malattie croniche di carattere psicologico e mentale, gastrointestinale, cardiache, malattie autoimmuni, infiammatorie: l’elenco è lungo e si aggiorna continuamente.
Cosa significa soffrire di una malattia cronica
Soffrire di una malattia cronica significa spesso non avere in mano una cura risolutiva e convivere con i sintomi della patologia per anni fino ad arrivare ad assumere un carattere invalidante.
Il più delle volte non conoscendone l’origine, vengono classificate come malattie psicosomatiche, non entrando in alcun protocollo medico convenzionale, nonostante chi ne soffra sia stato rivoltato come un guanto e sottoposto ad esami clinici a volte invasivi.
Esami che non solo non segnalano nulla, ma lasciano solo il paziente, ora alle prese con un nuovo enigma: l’origine psicosomatica della sua malattia.
La bella notizia è che sono proprio queste categorie di persone che possono beneficiare della Medicina Integrativa.
Proviamo ad immaginare un mondo dove finalmente la medicina convenzionale con tutto il suo bagaglio di conoscenza, si apra in un dialogo sereno, a quel ventaglio di discipline cosiddette alternative.
Immaginiamo poi che queste discipline tenute ai margini della scienza medica, possano dare il loro contributo e cooperare in un continuo scambio, per un fine comune: il benessere dell’individuo nella sua totalità fatta di corpo, mente e spirito.
La Medicina Integrativa: un approccio rivoluzionario
L’ approccio empatico ed umano, la visione olistica dell’individuo e il processo di integrazione che ingloba medicina convenzionale e medicine e discipline orientali, ad esempio, sono già realtà.
Iniziato negli anni 80/90 del secolo scorso, questo nuovo paradigma ha un nome, Medicina Integrativa ed un pioniere: il naturopata e laureato in medicina ad Harvard, Andrew Weil.
La Medicina Integrativa si avvale di un sistema diagnostico e terapeutico proprio sia della medicina convenzionale, sia di quella cosiddetta ‘alternativa’:
- omeopatia
- fitoterapia
- yoga
- osteopatia
- agopuntura
- ayurvedica
- meditazione
- massaggi terapeutici
- ipnosi
- Qi gong
- medicina quantistica
e tutte quelle che abbiano un importante requisito: che siano efficaci nel migliorare la qualità della vita dei pazienti con terapie dagli effetti meno invasivi.
Un approccio rivoluzionario, dove la parola d’ordine non è più specializzazione ma interdisciplinarietà, dialogo tra operatori.
Gli 8 principi della Medicina Integrativa (1)
Otto sono i principi fondamentali sanciti dall’Arizona Center of Integrative Medicine, fondata da Andrew Weil:
- instaurare una relazione di cooperazione fra paziente e terapeuta nel processo di cura
- un uso adeguato alle circostanze di metodi convenzionali e alternativi al fine di facilitare la risposta naturale del corpo verso la guarigione
- prendere in considerazione ogni fattore che influisca su salute, benessere e malattia, inclusi tanto il corpo quanto la mente, lo spirito e la comunità
- una filosofia che non rigetti né accolga in modo acritico la medicina convenzionale o la medicina alternativa
- il riconoscimento che una buona medicina dovrebbe basarsi su una buona scienza ed essere guidata dalla ricerca e aperta a nuovi paradigmi
- il ricorso, laddove sia concesso, a trattamenti naturali, efficaci e il meno invasivi possibile
- l’impiego di concetti più ampi di sostegno alla salute e di prevenzione e terapia della malattia
- insegnare ai terapeuti ad essere modelli di salute e guarigione, dediti al processo di auto-esplorazione e crescita interiore
Paziente-operatore: una sinergia vincente
Non è un caso se il primo principio invita l’operatore a recuperare una buona relazione con il paziente che deve essere in capace di:
- ascoltare
- instaurare una relazione di fiducia
- non affibbiare etichette
Una relazione importantissima perché consente al paziente di aprirsi e scoprire abitudini e fattori ai quali a causa dell’abitudine, non dava la giusta importanza come: una stitichezza cronica, vivere situazioni di stress continuo, avere un sonno disturbato e via dicendo.
Come cambia il ruolo del paziente
Per la Medicina Integrativa anche il ruolo del paziente cambia: da passivo ora è chiamato ad essere parte attiva del processo di guarigione, facendo proprie nuove e salutari abitudini, generare da sé i mezzi per guarire sostenuto e guidato dall’operatore.
Medicina Integrativa: pioniera nelle malattie croniche
Abbiamo visto in apertura dell’articolo quanto le malattie croniche siano un’emergenza ormai mondiale. A fronte dell’empasse in cui spesso si trova la medicina convenzionale, la Medicina Integrativa ha idee molto chiare in merito ad una comune origine di patologie croniche anche molto diverse tra loro.
La sua strategia d’intervento si basa su tre passi fondamentali
- diminuzione della permeabilità intestinale
- normalizzazione del microbiota (microflora intestinale)
- stabilizzare il sistema immunitario
Molte sono le patologie croniche che si è scoperto e si sta scoprendo essere legate alla disfunzione della microflora:
- patologie autoimmuni: morbo di Crohn, rettocolite ulcerosa, artrite reumatoide
- allergie
- fibromialgia
- obesità
- ipertiroidismo
- autismo
- malattie neurodegenerative
Educazione alimentare: la strada maestra nella cura delle malattie croniche
Ecco allora che la Medicina Integrativa individua nel prendersi cura dell’intestino, attraverso un corretto piano nutrizionale e diete personalizzate, la soluzione, la strada maestra da percorrere per migliorare non solo la qualità della vita di chi soffre di malattie croniche, ma per assistere spesso anche alla loro regressione.
Quando soffri di una patologia cronica, non c’è niente di meglio che iniziare a far ordine nelle tue abitudini alimentari, ridare forza alla capacità di trasformazione e assimilazione di un intestino spesso insofferente.
Puoi implementare ad esempio tutta una serie di accorgimenti per ridare ossigeno e vita ai villi intestinali infiammati ed atrofizzati:
- consumare bevande e cibi caldi e non crudi o freddi che a lungo andare rallentano la digestione: questa per svolgere al meglio il proprio compito ha bisogno di un fondamentale ingrediente: il calore
- eliminare cibi irritanti per l’intestino primo fra tutti il glutine. A seconda della gravità della patologia, fare attenzione anche ai cereali integrali e privi di glutine
- smettere di nutrire i batteri patogeni intestinali con farine e lieviti
- eliminare cibi ad alto indice glicemico
In conclusione
Qualsiasi sia la patologia cronica di cui si soffre, secondo la Medicina Integrativa, è fondamentale partire da qui: sfiammare l’intestino, riequilibrare la microflora, rinforzare tutto il sistema digestivo, in poche parole, prendersi cura della propria salute intestinale. In risultato sarà:
- la riduzione degli effetti secondari
- la regressione generale del grado di infiammazione nell’organismo
- il minor ricorso a farmaci pesanti
- il limitare degli effetti collaterali dei farmaci chimici
- miglioramento della qualità della vita
Nel SAUTÓN Approach trovi linee guida e un programma alimentare con cui puoi gettare le basi per un riequilibrio non solo fisico ma anche energetico e mentale in perfetto accordo con la linea di pensiero della nuova Medicina Integrativa e del suo futuro grande potenziale.
Fonti:
(1) 8 principi tratti da: Miguel Angel Almodovar, “La Medicina Integrativa” in “Intestino, secondo cervello”, Vallardi Edizioni
Vannaelisa 30 Aprile 2017
Il test ha dato un risultato che non mi rappresenta: non ho mai mal di testa, non sono stitica ,al contrario, soffro di cellulite sulle gambe sin da ragazzina e sono brevilineo.Da sempre con facilità ho gonfiore all’intestino se mangio carboidrati che però mi piacciono ma.vivrei di pane che sto eliminandolo.Soffro di allergie sin da piccola ma non alimentari.
Raffaella Scirpoli 2 Maggio 2017
Ciao Vannaelisa,
piacere di conoscerti e benvenuta sul blog.
Il test ha fotografato i sintomi di infiammazione, ma hai contemporaneamente una forte debolezza digestiva. Il test interno al Programma, più dettagliato, va poi a verificare per ogni aspetto (digestione e infiammazione) i principali disturbi. Sicuramente devi lavorare sull’equilibrio intestinale e del sistema immunitario. Eliminare il pane e il glutine è il primo passo.
Francesca ti aspetta nel programma per fare un buon lavoro insieme su tutte queste problematiche.
Un caro saluto
Valentina 15 Ottobre 2018
Ciao Francesca.
Cosa mi puoi dire in merito a Hepes virus zoster che colpisce il cervello e va a colpire la vista? Conosco una persona di 29 anni che ne è stata colpita 5 anni fa. È stata in coma, ha preso fino a 40 pastiglie al giorno, cortisone. Attualmente fa cicli di cure con integratori che gli da una famacista…a grandi linee so che si tratta di vit b, lisina. Ha periodi di forte indebolimento e herpes labiale. Dolori che vanno dalla tempia fino all occhio colpito dal virus. Questa persona colpita mi ha detto che è il quinto caso in italia. Alcuni hanno perso la vista completamente. Lui è stato fortunato che un medico ha capito subito cosa aveva
Cosa consigli? Grazie.
Maria Pia Festini 16 Ottobre 2018
Ciao Valentina,
né Francesca, né io siamo medici e non siamo in grado di fornirti consigli in merito. Possiamo solo consigliare un’alimentazione la più sana possibile, con alimenti che vadano a rafforzare il sistema immunitario e renderlo meno vulnerabile. Dato che questo è situato per la maggior parte nell’intestino occorre iniziare da lì, capire se è permeabile e se la microflora è in equilibrio o no. Consiglierei anche di fare il test genetico per agire in modo più mirato e di seguire il programma delle 8 settimane o farsi accompagnare pre un periodo da un tutor. Ripeto, noi potremmo sostenerlo dal punto di vista alimentare e non certo medico. Un caro saluto