Il singolo elemento biologico che più ci contraddistingue da ogni altro animale è il nostro cervello, che è ancora la macchina più sofisticata esistente in questo mondo.
Nessuno sa con certezza come mai ci siamo ritrovati questo tesoro nella testa, l’unica cosa su cui la maggior parte degli scienziati concordano è che abbiamo sviluppato il nostro cervello circa 200.000 anni fa.
È accaduto nella zona dell’attuale Sahara, che all’epoca non era un deserto, ma una valle florida e ricca di acqua e vegetazione.
La teoria più accettata dalla comunità scientifica è che in quella valle si allineò una precisa circostanza astronomica, che generò una fortissima scarica elettromagnetica sugli esseri umani che vivevano in quella valle.
Questa forte energia elettromagnetica che si accumulò in quel luogo trasformò il cervello degli esseri umani e portò alla nascita dell’Homo Sapiens, che dal Sahara ha poi conquistato il mondo intero.
Questa è stata la più importante evoluzione nella storia dell’essere umano, che ci ha portato a compiere imprese prima impossibili e a costruire la società moderna.
Eppure oggi forse stiamo iniziando a perdere questo tesoro incredibile che è il nostro cervello, perché la scienza afferma che per la prima volta le nostre capacità cognitive stanno regredendo.
L’illusione del progresso
Per comprendere come mai stiamo regredendo e invertire questo processo, dobbiamo osservare il funzionamento del nostro cervello.
Il cervello degli altri animali è in grado solo di ricordare il passato e prevedere il futuro, così da prepararsi al meglio ad ogni difficoltà e sopravvivere in natura nelle dinamiche della legge del più forte.
Invece il nostro cervello è diventato una macchina biologica così potente, da permetterci di fare qualcosa che nessun altro animale è in grado di fare: immaginare cose che non esistono ancora.
Secondo la scienza questa è la singola capacità che ci distingue dagli altri animali e l’immaginazione ci ha permesso di diventare il predatore più forte di questo mondo.
Grazie alla nostra capacità di immaginare, abbiamo sviluppato il linguaggio, la scrittura, l’agricoltura, la società, la politica, il denaro, le religioni e le scienze.
Questo continuo progresso scientifico e tecnologico ci ha dato l’illusione di stare evolvendo in quanto esseri umani, perché abbiamo realizzato grandi cose, a volte meravigliose e a volte terribili.
Eppure il progresso esteriore è una farsa, e oggi la scienza lo conferma.
L’evoluzione si è interrotta
Se un bambino di Homo Sapiens nato circa 200.000 anni fa, fosse teletrasportato nell’epoca moderna e si trovasse qui oggi, avrebbe lo stesso identico cervello di un bambino appena nato.
Questo significa che il nostro cervello non si è mai più evoluto negli ultimi 200.000 anni, ma è restato uguale dal punto di vista biologico.
L’unica cosa che abbiamo sviluppato sono le nostre funzioni cognitive, che si appoggiano a tutte le scoperte fatte precedentemente dall’essere umano, grazie al potere dell’informazione (linguaggio, scrittura e tecnologia).
Eppure, nonostante tutti i progressi scientifici e tecnologici, il nostro cervello è sempre rimasto uguale e la nostra biologia è ferma da così tanto tempo.
Ci siamo illusi di aver impattato la nostra biologia perché abbiamo allungato la vita umana, ma in realtà la qualità della vita da anziani è diminuita negli ultimi decenni, quindi anche questa si sta rivelando l’ennesima farsa del nostro progresso.
La regressione del cervello
E questa non è neanche la cosa peggiore, perché come dicevo all’inizio negli ultimi decenni sta avvenendo qualcosa di spaventoso.
La scienza afferma che persino le nostre capacità cognitive stanno iniziando a diminuire, per la prima volta nella storia umana.
In poche parole: ogni generazione sta diventando più stupida della precedente.
E questo non è un dibattito filosofico o intellettuale sulla mente dei giovani moderni, ma è una questione biologica dimostrata scientificamente.
Per esempio, secondo una ricerca dell’Università di Stanford, l’utilizzo esagerato dei media e del mondo digitale genera nel cervello umano una memoria ridotta.
Questo significa che per essere attenti, oggi muoviamo molte più aree del cervello di quelle che sarebbero necessarie, visto che le nostre capacità cognitive sono diminuite.
La stessa identica cosa sta accadendo a molte altre funzioni cognitive e alla struttura stessa del cervello, per cui oggi sono sempre più diffuse patologie neurologiche.
Quindi non solo il nostro cervello non è più evoluto da 200.000 anni, ma adesso sta letteralmente regredendo e rischiamo di involvere in quanto esseri umani.
Questa è la follia dei tempi moderni, per cui forse siamo arrivati ad un momento in cui dovremmo sederci ad un tavolo e riflettere su dove siamo diretti e sul nostro futuro.
E dovremmo far tornare il benessere e la felicità dell’essere umano al centro del dibattito pubblico, perché alla fine dei conti è l’unica cosa che conta veramente.
Nei commenti fammi sapere cosa ne pensi.
Un caro saluto e sii felice!
Fabrizio 20 Settembre 2022
Bel pezzo! Complimenti…
monica 21 Settembre 2022
Visto che me lo chiedete…..Io non credo che l’uomo, e in particolare il suo cervello sia il prodotto di uno o più eventi accidentali, così come non penso che dallo scoppio di una tipografia possa prodursi un dizionario. Pare che i 30 milioni di neuroni di un cervello umano formino un milione di miliardi di connessioni sinaptiche. Comunque sono molto d’accordo che il cervello umano stia regredendo a causa di tutti i veleni che regolarmente assumiamo in diverse forme e purtroppo poi trasmettiamo ai nostri figli. Più ci allontaniamo dal perfetto atto creativo creandoci un mondo non più adatto alla vita e peggio sarà. Non per niente Apocalisse 11: 18 dice che Dio “distruggera’ quelli che stanno distruggendo la terra”!
Cristina 22 Settembre 2022
Grazie per il tuo contributo peraltro verissimo ma io non credo che la nostra felicità sia la cosa più importante Surya. Lo è invece la sfida di mettere fine alla sofferenza di tutti gli animali risolvendo la questione climatica e tutti i conflitti in atto nel mondo. Non è più possibile continuare con una visione antropocentrica. Un caro saluto.