I sintomi del diabete possono variare a seconda del tipo di diabete di cui si soffre e purtroppo, al giorno d’oggi, i dati non sono confortevoli: si stima che negli Stati Uniti questa malattia metabolica colpisca circa il 10% della popolazione mentre in Italia ne soffrono almeno 4 milioni di persone.
In questo articolo scopri quali sono i sintomi dei tre tipi di diabete e come trattarli naturalmente con dei semplici cambiamenti nel tuo stile di vita e alimentare.
Ecco l’indice dell’articolo:
- Cos’è il diabete in parole semplici
- Quali sono i sintomi del diabete?
- Quali sono i campanelli d’allarme?
- Insulino resistenza, uno dei primi sintomi
- Complicazioni legate al diabete
- Come trattare i sintomi del diabete in modo naturale
- Tieni sotto controllo i sintomi con la giusta alimentazione
Cos’è il diabete in parole semplici
Il diabete è una malattia conseguente ad una ridotta produzione di insulina da parte delle cellule beta del pancreas, che si esauriscono e progressivamente muoiono o diventano inattive.
Un processo graduale che comincia quando le cellule, esposte ad una presenza costante ed invasiva di zucchero, diventano man mano insensibili ai comandi dell’insulina.
Una persona su 3 si trova infatti oggi in condizione di prediabete con glicemia alta, trigliceridi e lipoproteine a bassa densità, di piccole dimensioni, sopra la norma, e scarsa reattività all’insulina.
Ma la cosa preoccupante è che gran parte delle persone che hanno il diabete ne sono inconsapevoli perché spesso non riescono a riconoscere i sintomi o li confondono con altri disturbi.
E quando i sintomi si presentano, è molto importante controllarli per evitare delle complicazioni preoccupanti.
Quali sono i sintomi del diabete?
A seconda del tipo di diabete (di tipo 1, di tipo 2 o gestazionale), si possono presentare diversi sintomi, da lievi a più gravi, in giovane età o con l’avanzare degli anni.
Sintomi del diabete di tipo 1
Quando si verifica il diabete di tipo 1, le cellule del pancreas che producono insulina vengono distrutte dal sistema immunitario.
Non viene più prodotta insulina e nello stesso tempo non si riesce a gestire il livello di zuccheri nel sangue che risulta essere superiore alla norma.
I sintomi, in questo caso, si manifestano anche in giovane età (anche prima dei 20 anni) e sono più gravi (1):
- orinazione frequente nell’arco delle 24 ore
- bocca secca e anomalo senso di sete dovuti ad una maggiore perdita di liquidi
- continuo senso di fame, anche subito dopo aver mangiato, soprattutto di cibi dolci e carboidrati
- insolita perdita di peso, anche se si mangia sempre allo stesso modo
- senso di stanchezza, sbalzi d’umore, ansia
- vista offuscata con una visione poco nitida degli oggetti
- formicolio, dolore e intorpidimento agli arti, ai piedi e alle mani
- prurito cutaneo diffuso
Sintomi del diabete di tipo 2
Con il diabete di tipo 2 l’insulina viene prodotta ma in quantità insufficiente o la persona non risponde in maniera adeguata ai suoi messaggi diventando prima insulino resistente e, se trascurata, diabetica.
I sintomi di questo tipo di diabete, pur essendo simili a quelli che si verificano nel diabete di tipo 1, si presentano più tardi (spesso anche in età superiore ai 40 anni) e possono essere così lievi da passare inosservati.
Si aggiungono ai sintomi già elencati per il diabete di tipo 1, anche (2):
- pelle secca e pruriginosa. Alcuni dei modi in cui il diabete colpisce la pelle è causando cattiva circolazione, lenta guarigione delle ferite, ridotta funzione immunitaria e prurito o secchezza. Questo rende le infezioni da lieviti, le infezioni batteriche e altre eruzioni cutanee più facili da sviluppare e più difficili da eliminare.
- infezioni a livello urinario, vaginale o dell’inguine
- aumento di peso, anche senza aver cambiato alimentazione
- intorpidimento, formicolio a mani o piedi con dolore, gonfiore (più frequente rispetto al diabete di tipo 1)
- ritenzione idrica con gonfiore soprattutto in gambe e piedi
- lenta guarigione per ferite, tagli e contusioni
- battito cardiaco irregolare
- acidità di stomaco e difficoltà a digerire
- disfunzioni sessuali, inclusa perdita di libido, problemi riproduttivi, secchezza vaginale e disfunzione erettile
Sintomi del diabete gestazionale
Questo tipo di diabete è quello che si sviluppa durante la gravidanza, a partire dalla 24esima settimana e rientra poco dopo il parto.
Si stima che colpisca il 4% delle donne incinte e, soprattutto donne ispaniche, afroamericane, native americane e asiatiche, insieme a quelle che hanno più di 25 anni, in sovrappeso prima della gravidanza e con una storia familiare di diabete.
Si tratta di un’alterazione metabolica in cui gli ormoni della placenta inducono una condizione di insulino resistenza e dove il pancreas non riesce a produrre maggiore insulina.
Anche in questo caso i sintomi, gli stessi dei tipi di diabete che abbiamo visto, potrebbero essere poco evidenti e per questo è importante che le donne a rischio vengano monitorate per prevenire complicazioni al feto o durante il parto.
Quali sono i campanelli d’allarme?
Spesso ci sono delle malattie che possono precedere il manifestarsi del diabete come:
- disturbi della tiroide, infatti l’ipotiroidismo assomiglia al diabete e molti sintomi e disturbi collaterali sono simili
- candida, si nutre prevalentemente di zuccheri e di carboidrati, soprattutto raffinati e un’alimentazione sbilanciata può favorirla
- celiachia
Celiachia e diabete
Il diabete ha una strettissima correlazione con la celiachia e l’intolleranza al glutine.
Il grano ha un’incredibile capacità di innalzare consistentemente i livelli di zucchero nel sangue.
Tra tutti i cereali è il peggiore dei carboidrati, quello principalmente imputato del grasso viscerale (pancia da grano!) e che con maggiori probabilità conduce sulla strada del diabete.
Diabete infantile e celiachia
Il diabete infantile di tipo 1 è molto probabilmente associato alla celiachia, infatti i bambini con diabete di tipo 1 hanno un’alta probabilità di risultare positivi ai marcatori della celiachia e una probabilità di svilupparla trenta volte superiore agli altri.
Molti di essi riescono ad arrestare lo sviluppo del diabete infantile semplicemente smettendo di assumere glutine.
Insulino resistenza, uno dei primi sintomi
L’insulino resistenza si sviluppa quando l’organismo è costretto a produrre costantemente grandi quantità di insulina a causa del consumo continuo di carboidrati e zuccheri e le cellule sono obbligate ad immagazzinare quantità enormi di glucosio.
Arriva però il momento in cui le cellule sono sature e, per un semplice meccanismo di difesa e autoconservazione, smettono di rispondere all’insulina e si rifiutano di immagazzinare altro glucosio.
Di fronte all’insubordinazione delle cellule, il corpo risponde producendo quantità sempre più massicce di insulina, costringendo il pancreas ad un super lavoro che lo danneggia e lo usura precocemente.
In un certo senso, possiamo dire che le cellule smettono di ascoltare per difesa e il corpo reagisce urlando sempre più forte ma senza risultato.
Quando si arriva a questo punto siamo già nell’anticamera del diabete.
Se tutto ciò continua abbastanza a lungo, arriva il momento in cui le cellule beta del pancreas muoiono letteralmente di sfinimento e, dato che queste cellule non si rigenerano, ecco che arriva il diabete.
Complicazioni legate al diabete
Oltre ai sintomi sopra descritti, il diabete provoca nel tempo complicazioni che causano altri sintomi, solitamente più drastici e dannosi.
Questo è il motivo per cui la diagnosi precoce e un trattamento mirato, sono così importanti.
Possono ridurre notevolmente il rischio di sviluppare complicazioni come:
- retinopatia
- glaucoma
- cecità
- problemi cardiovascolari
- infezioni della pelle
- ulteriore aumento di peso
- infiammazione
Come trattare i sintomi del diabete in modo naturale
Il primo step è quello di modificare le proprie abitudini quotidiane e alimentari al fine di tenere sotto controllo il livello di zuccheri nel sangue.
Infatti, soprattutto il diabete di tipo 2 si può prevenire e, con i soli cambiamenti nella propria alimentazione e nel proprio stile di vita, si possono ridurre le possibilità di contrarlo oppure, se è già stato diagnosticato, gestire e invertire i suoi sintomi.
Un discorso diverso va fatto per il diabete di tipo 1 che, come visto, insorge prestissimo.
Non esistono delle vere e proprie soluzioni, si può controllare ma non guarire.
Diabete e stile di vita
Il diabete è una condizione grave che comporta molti rischi e sintomi, ma la buona notizia è che può essere gestito con un trattamento corretto e cambiamenti nello stile di vita.
Un’alta percentuale di persone con diabete di tipo 2 è in grado di invertire e gestire i sintomi del diabete in modo completamente naturale migliorando la propria dieta, i livelli di attività fisica, il sonno e i livelli di stress.
E sebbene il diabete di tipo 1 sia più difficile da trattare e gestire, anche le complicanze possono essere ridotte adottando gli stessi passaggi.
Il Diabetes Prevention Program ha condotto uno studio clinico randomizzato per tre anni e ha scoperto che l’incidenza del diabete negli adulti ad alto rischio è stata ridotta del 58% dopo aver seguito un intervento intensivo sullo stile di vita rispetto al 31% dopo l’assunzione di farmaci (metformina).
Entrambi hanno avuto un impatto significativamente maggiore nel prevenire le complicanze rispetto all’assunzione di un placebo o al mancato cambiamento dello stile di vita.
I cambiamenti positivi sono durati almeno 10 anni dopo la conclusione dello studio (3).
Tieni sotto controllo i sintomi con la giusta alimentazione
Esercizio fisico svolto in modo regolare, un buon sonno, una buona gestione dello stress, sono tutti fattori importanti nella gestione e prevenzione dei sintomi legati al diabete.
La prevenzione più grande inizia però a tavola, dato che i sintomi del diabete hanno tutti un’unica origine: alti livelli di glucosio nel sangue.
Un approccio alimentare che si è visto funzionare nel caso di pazienti diabetici è la dieta chetogenica (4,5) che preveda un ridotto apporto di carboidrati e un consumo maggiore di grassi sani e proteine.
Proprio in merito alla modalità di consumo di quest’ultime, medici e ricercatori, nel corso di studi effettuati sul diabete, hanno avuto un’inaspettata sorpresa.
Inizia sempre il pasto dalle proteine
Mangiare un piatto proteico dopo il classico primo (di pasta, riso o altri cereali) e mangiarlo invece come prima portata, cambia completamente la risposta metabolica dell’organismo.
Nel corso della sperimentazione, fatta su soggetti diabetici, i ricercatori hanno invertito l’ordine delle pietanze che i soggetti dell’esperimento consumavano ai pasti.
Invertendo semplicemente l’ordine, iniziando dalle proteine e lasciando i carboidrati alla fine, hanno sorprendentemente scoperto che la glicemia saliva più lentamente.
Come è possibile questo?
La ragione sta nel fatto che il corpo metabolizza in modo diverso i carboidrati (quindi pasta, riso, pane, ecc,) e le proteine.
Quello che succede quando consumiamo come primo piatto dei carboidrati (pasta, riso), è che la loro digestione inizia già in bocca con la saliva, vengono metabolizzati molto velocemente e fanno salire la glicemia nel giro di pochissimo tempo.
La digestione delle proteine, invece, inizia nello stomaco e richiede più tempo e più energia rispetto ai carboidrati, quindi il suo effetto sulla glicemia è molto ridotto e anche molto più lento.
Come effetto collaterale, i ricercatori hanno poi notato che adottando questa semplice abitudine, i soggetti diabetici perdevano più facilmente peso, in quanto dopo aver consumato proteine, aumentando il senso di sazietà, erano portati a consumare meno carboidrati.
Conclusione
La tendenza a consumare zucchero e carboidrati è alla base della dilaniante “epidemia” di diabete dei giorni nostri.
Anche se tecnicamente non esiste una “cura” nota per il diabete, che si tratti di diabete di tipo 1, di tipo 2 o gestazionale, fortunatamente modificando in meglio le proprie abitudini alimentari e il proprio stile di vita, è possibile trattare e ridurre naturalmente i suoi sintomi ed evitare complicazioni.
Uno stile alimentare chetogenico come quello proposto nel SAUTÓN Approach si dimostra vincente come anche è stato evidenziato da numerose ricerche.
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Fonti
Pub Med .gov
NCBI.gov
Mayoclinic.org
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