Due sono le vie attraverso cui ricaviamo energia dal cibo.

Una è quella dei carboidrati, sempre più incoraggiata dall’industria alimentare, l’altra è quella dei grassi saturi, scoraggiata dalle linee guida nutrizionali, divulgate da media ed enti governativi.

Le direttive emanate nel 2016 dal Dipartimento di Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) consigliano agli americani di consumare grassi saturi in quantità inferiori al 10% delle calorie quotidiane, nonostante gli studi clinici effettuati a supporto di questa affermazione risalgano agli anni Cinquanta e siano stati da tempo ampiamente smentiti dalla scienza.

In questo articolo metteremo a confronto cosa realmente succede al corpo quando brucia e ricava energia dai carboidrati e cosa succede quando brucia e ricava energia dai grassi.

I mitocondri: dove si fabbrica l’energia

Per farlo abbiamo bisogno di capire come questo processo avviene. La trasformazione “alchemica” che ci permette di convertire in energia il cibo che mangiamo e l’ossigeno che è nell’aria che respiriamo, avviene nei mitocondri, milioni di organelli situati all’interno delle cellule.

Si stima che una persona adulta ne possieda 10 milioni di miliardi.

Distribuiti in maniera diversa, sono più numerosi nelle cellule degli organi che sono sottoposti ad una maggiore attività metabolica: cervello, fegato, reni, muscoli e non ultimo il cuore, dove ogni sua cellula contiene più di cinquemila mitocondri.

L’importante ruolo dei mitocondri

Non stupisce quindi l’affermazione del Dottor Joseph Mercola nel suo libro “Trasforma il grasso in energia”, secondo cui, “quando grandi quantità di mitocondri smettono di funzionare come dovrebbero, è impossibile restare in salute”.

Studi recenti sembrano infatti confermare due punti fondamentali:

  1. il ruolo cruciale dei mitocondri nelle disfunzioni del metabolismo che ci rendono vulnerabili alle svariate malattie croniche nonché al cancro
  2. il cibo che ingeriamo ogni giorno ha un effetto diretto sulla salute dei mitocondri

Meritano dunque di essere conosciuti un po’ più da vicino.

  • I mitocondri sono responsabili del 90% dell’energia quotidiana che ci serve per vivere. Generano ogni giorno, attraverso il processo della respirazione cellulare, quasi 50 chili di molecole di energia, le ATP (adenosina trifosfato).
  • Controllano la naturale morte delle cellule (apoptosi) affinché vengano correttamente eliminate prima che contribuiscano allo sviluppo di malattie croniche.
  • Riparano danni nel DNA provenienti da fonti di radiazioni esterne.
  • Producono radicali liberi. Durante il processo di sintesi delle ATP, nei mitocondri si liberano il 90% dei radicali liberi (ROS), presenti nell’organismo. Vedremo più avanti quanti, in che modo e come limitare il più possibile questa produzione.

Dato che la presenza di mitocondri nel nostro organismo cala con l’avanzare dell’età è bene mettere in atto tutte le strategie possibili per far in modo che il  corretto funzionamento, la riproduzione e l’eliminazione di quelli danneggiati, sia sempre ottimale.

Qual è la via giusta per prendersi cura dei propri mitocondri?

La domanda ha una risposta molto semplice: fornire loro il miglior carburante.

Grassi o carboidrati? Due vie a confronto

Grassi o carboidrati? Due vie a confronto

Un’alimentazione ricca di carboidrati e povera di grassi stimola il corpo a produrre più radicali liberi.

I radicali liberi sono importanti al fine della nostra salute a patto che vengono prodotti nel giusto equilibrio.

Un’alimentazione a base di carboidrati crea radicali liberi in eccesso con potenziale danno ai tessuti, alle membrane cellulari, alla struttura del DNA e creando un’impennata del livello d’infiammazione, madre di tutte le malattie.

Quando, al contrario, l’organismo e in modo particolare le cellule ricavano energia dalla combustione di grassi, la produzione di radicali liberi si riduce del 30-40%.

Un modo per garantire alle cellule minore stress ossidativo e ridurre di conseguenza il livello d’infiammazione.

Un’alimentazione ricca di carboidrati e povera di grassi aumenta il livello d’infiammazione nel corpo

Oltre un eccesso di radicali liberi, l’infiammazione aumenta a seguito della perdita della sensibilità all’insulina da parte dei recettori delle cellule: è il fenomeno dell’insulino-resistenza, anticamera del diabete.

Ogni tipo di zucchero o carboidrato che ingeriamo, si trasforma attraverso il processo della glicolisi, in glucosio che crea un rapido aumento della glicemia nel sangue. Il pancreas secerne allora l’ormone dell’insulina che ristabilisce l’equilibrio, togliendo lo zucchero dal flusso sanguigno e consegnandolo alle cellule.

Quale organo si nutre di zuccheri?

Le uniche cellule che usano come carburante il glucosio sono i neuroni, le cellule della fibra bianca dei muscoli e i globuli rossi. Tutte le altre cellule ricavano energia dalla combustione dei grassi.

Come gestisce il corpo un’alimentazione basata sul 60% di carboidrati, qual è attualmente quella occidentale?

Costringe l’insulina ad un super lavoro, ma essendo un ormone pro infiammatorio, averla continuamente in circolo, significa favorire l’infiammazione sistemica e cronica.

Con un’alimentazione ricca di carboidrati e povera di grassi è difficile perdere peso

L’insulina, dopo aver consegnato il glucosio alle cellule dei muscoli e ai neuroni, per stoccare il surplus, obbliga le altre cellule a ricavare energia attraverso la glicolisi anziché attraverso i grassi e forza il fegato ad incamerare lo zucchero in eccesso.

Il fegato è costretto così a convertire il glucosio in trigliceridi e particelle di colesterolo piccole, dense e facilmente ossidabili (LDL).

Tutti gli zuccheri che non servono al corpo vengono quindi continuamente immagazzinati sotto forma di grasso visibile nella pancia, nei fianchi e nelle cosce.

Ciò impedisce la naturale capacità dell’organismo di bruciare grassi svuotando le sue riserve, nonché di perdere i chili in eccesso.

Non è solo una questione estetica: questo meccanismo ci espone al rischio di malattie cardiache, diabete, obesità, infiammazione cronica e a molto altro.

Al contrario, adottando un regime alimentare povero di carboidrati e ricco di grassi sani, il fegato è stimolato a produrre particelle di colesterolo grandi e soffici (HDL) per produrre gli acidi biliari necessari per digerirli.

I chetoni derivati dalla combustione dei grassi sani e non utilizzati non vengono immagazzinati dalle cellule con il risultato di farci ingrassare, ma espulsi attraverso le urine.

I chetoni, il carburante alternativo al glucosio

I chetoni, il carburante alternativo al glucosio

Il passaggio da una dieta che brucia zuccheri ad una dieta che brucia grassi comporta il rilascio nel sangue di chetoni o corpi chetonici. Queste molecole vengono prodotte dai mitocondri del fegato ed essendo idrosolubili, attraversano con facilità le membrane delle cellule e oltrepassano anche la barriera emato-encefalica portando nutrimento al cervello.

Il nostro organismo è una macchina chimica perfetta e i chetoni dovevano poter garantire al corpo e al cervello dell’uomo un carburante di riserva nei vari periodi di carestia che si è trovato a vivere durante tutta la sua evoluzione.

Senza chetoni nel sangue potremo sopravvivere in assenza di cibo solo un paio di settimane, mentre quando il corpo attinge energia dalla combustione di grassi, la possibilità di sopravvivenza passa a più di un mese.

Quando si parla di chetoni è bene fare una precisazione: la chetosi nutrizionale di cui stiamo discutendo non è da confondere con la chetoacidosi diabetica, seria complicazione metabolica del diabete 1.

Nella chetosi nutrizionale i chetoni:

  • Svolgono un ruolo importante nel contenere l’infiammazione. Riducono le citochine proinfiammatorie ed aumentano quelle antinfiammatorie.
  • Consentono di consumare meno proteine grazie alla loro somiglianza con gli aminoacidi a catena ramificata.
  • Hanno una funzione protettiva sulle cellule cerebrali prevenendo malattie neurodegenerative.
  • Aumentano la produzione di mitocondri nel cervello aiutando l’organismo a migliorare la sua capacità di produrre energia.

In conclusione

Nonostante sia radicata la credenza secondo cui senza carboidrati non riusciremmo a stare in piedi, in realtà non ne abbiamo un eccesivo bisogno. Non sono essenziali per il nostro organismo.

Per milioni di anni il consumo di grassi ha rappresentato il 75% della dieta dell’Homo Sapiens. Solo il 5% era costituito da carboidrati provenienti soprattutto da frutta e bacche e limitato ad un breve periodo dell’anno.

Oggigiorno grassi e carboidrati si sono scambiati di posto: consumiamo carboidrati per un 60% e grassi per un 20%. I grassi più salutari sono addirittura, lo abbiamo visto, relegati al 10% a seguito della demonizzazione perpetrata nei decenni scorsi.

L’effetto di tutto questo?

È sotto gli occhi di tutti: un aumento dell’obesità pari al 500%, casi di diabete quadruplicati, malattie cardiovascolari che hanno raggiunto un’incidenza del 40%. In poche parole, come afferma il Dottor Mercola, “stiamo assistendo al fallimento delle linee guida e al tracollo della salute pubblica”.


Fonte:

Dr. Joseph Mercola, “Trasforma il grasso in energia” My Life edizioni


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