Vivere nel qui ed ora: i 3 falsi miti

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In questi tempi così frenetici e distratti, in tanti sentiamo il bisogno di ritrovare il nostro centro ed essere più consapevoli nella nostra vita.

Ma cosa significa veramente essere presenti e vivere nel qui ed ora?

Voglio sfatare 3 falsi miti onnipresenti su questo argomento.

L’IMPORTANZA DELLA PRESENZA

La presenza è il motivo per cui la maggior parte delle persone iniziano a meditare, perché stiamo vivendo una reale emergenza globale di distrazione.

Il grande eccesso di informazioni a cui sei sottoposto ti ha portato ad avere un’attenzione povera e frammentata: non sei mai veramente attento o rilassato, è come fossi in un limbo.

Le principali cause sono le distrazioni digitali, per cui passi continuamente da uno stimolo al successivo, senza essere mai completamente concentrato o completamente a riposo.

Questo causa stress, ansia, disturbi del sonno, attacchi di panico e depressione.

Così ti ritrovi a reagire in modo impulsivo e automatico alle circostanze, rincorrendo desideri, relazioni, esperienze, emozioni e conoscenze. Ma non sei quasi mai presente.

Per questo la presenza è così importante, possiamo dire che è la base di qualunque autentico percorso di Realizzazione personale e spirituale.

I 3 FALSI MITI

Per poter coltivare questa qualità, è importante anche capire cosa non è la presenza, perché ci sono 3 falsi miti onnipresenti:

  1. La presenza è meditazione: in molti pensano che questa qualità possa essere coltivata solo con la disciplina e la concentrazione meditativa. Ma in realtà la presenza è qualcosa che dovremmo coltivare in ogni momento della nostra vita, evitando così un’attenzione selettiva.
  1. La presenza è pace: in molti pensano che questa qualità sia uno stato mistico di pace e rilassamento, in cui niente ti può disturbare. Ma in realtà la presenza significa solo essere aperto e consapevole a tutto ciò che accade, senza rifiutarlo.
  1. La presenza è lentezza: in molti pensano che questa qualità significa fare le cose a rallentatore, muovendosi piano in modo rilassato. In realtà la vera presenza è un’attenzione attiva che puoi esercitare in ogni momento, più simile a uno stato di adrenalina in cui sei completamente in ciò che stai facendo.

Questi falsi miti creano solo stress e rigidità, perché ti separano dalla tua esperienza e non ti permettono di entrare in connessione profonda con la vita.

LA VERA PRESENZA

Invece la vera presenza è qualcosa che dovremmo coltivare in ogni momento della nostra giornata, aprendoci a tutto ciò che accade e abbracciando pienamente tutto ciò che siamo (Corpo, Cuore, Mente e Coscienza).

La vera presenza è libera, spontanea, naturale, nuda, cruda. È ordinaria e straordinaria allo stesso tempo.

È simile a uno stato di adrenalina, in cui sei completamente nell’esperienza e tutto diventa possibile.

La meditazione è lo strumento più efficace in assoluto per accrescere la presenza, perché ti mette in connessione profonda con te stesso, bilanciando l’estrema attività e distrazione in cui vivi quotidianamente.

Questo è uno dei motivi per cui ho creato la SAUTÓN Meditation: la rivoluzionaria tecnologia di meditazione per ritrovare chiarezza, benessere e felicità in 10 minuti.

Al di là della meditazione, puoi coltivare questa qualità in ogni momento della tua giornata. Esistono tante semplici tecniche per farlo, di cui ti parlerò in uno dei prossimi video.

L’importante è mantenere sempre la giusta attitudine, per questo il mio consiglio è di non irrigidirti nel cercare di raggiungere chissà quale risultato e non praticare un’attenzione ristretta e auto-riferita (concentrandoti su qualcosa ed escludendo il resto)

Invece apriti semplicemente in ciò che accade in ogni momento e coltiva una genuina curiosità per la tua esperienza, includendo tutto ciò che percepisci.

Nei commenti fammi sapere cosa ne pensi.

Un caro saluto e sii felice!


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  • FAUSTO 4 Aprile 2023

    Il monaco virtnamita thich nath hanh ha espresso in modo mirabile la presenza mentale nell’omonimo scritto e in generale tuttala sua opera ne è permeata. Per noi occidentali è un un po un miraggio ma non è detto che sia un farmaco, neanche per gli asiatici. Comunque ognuno ne trae beneficio se vi si applica e non vuol dire che si apparta dal mondo con le sue incombenze. E’ una via che percorro da alcuni anni anche perché seguo la disciplina dei maestri buddisti. Essere nel mondo ma non del mondo. Fausto