Sessualità e Spiritualità

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La sessualità è sempre stata un taboo nella società occidentale e specialmente in Italia c’è stata a lungo una forte censura su questo argomento, a causa della grande influenza della Chiesa Cattolica.

Oggi la sensibilità delle persone sta cambiando e nella società moderna la sessualità sta diventando un argomento del dibattito pubblico, di cui si può parlare liberamente.

Eppure nella spiritualità rimane ancora spesso un argomento ignorato e nascosto, che si cerca di evitare e dal quale ci si vuole proteggere.

Questo è un grave errore, che causa molti più problemi che benefici nel percorso spirituale di chi ragiona in questo modo.

Adesso ti spiego perché, partendo dalle origini storiche di questo problema e analizzando la visione della sessualità nelle principali tradizioni spirituali.

Il sesso nelle principali tradizioni spirituali

La sessualità è un aspetto naturale della vita, che ci riguarda tutti intimamente.

Per questo, nella storia, ogni tradizione spirituale ha sempre parlato di questo argomento, anche perché in fondo la ricerca spirituale vuole solo comprendere la natura della vita nella sua interezza.

In un percorso spirituale impari a riconoscere che ogni aspetto della vita è sacro (ovvero ugualmente importante e ricco di significato), di conseguenza nella maggior parte delle tradizioni spirituali anche la sessualità è sempre stata vista come qualcosa di sacro.

  • Nello Sciamanesimo, che è la forma di spiritualità più antica al mondo (visto che è iniziata decine di migliaia di anni fa), la sessualità era un aspetto naturale della vita e veniva integrato normalmente nella pratica spirituale dello sciamano.
  • Nella spiritualità Sumera ed Egizia, che sono le prime religioni organizzate della storia, la sessualità era un elemento sacro della vita, di conseguenza veniva rappresentato in molte immagini sacre e faceva parte dei loro percorsi iniziatici.
  • Nella tradizione Vedica indiana la sessualità era sacra ed esistono tantissimi templi in India che rappresentano statue di divinità e immagini sacre nel centro di amplessi sessuali, infatti anche i sacerdoti più importanti e iniziati (i Brahamini) non erano celibi e potevano mettere su famiglia. Il celibato (ovvero l’astinenza dall’attività sessuale) era consigliata solo in due fasi della vita: la prima fase del bambino o ragazzo che si dedica solo allo studio e ad imparare come funziona la vita, e l’ultima fase dell’anziano che abbandona le faccende mondane per dedicarsi solo alla pratica ascetica. In tutto il resto della vita, la sessualità era integrata senza problemi in modo naturale e ci sono molte pratiche spirituali che utilizzano la sessualità come strumento di evoluzione interiore.
  • Nel Taoismo cinese la sessualità non era solamente sacra, ma era una parte fondamentale della pratica spirituale, utilizzato come canale di evoluzione interiore e di longevità.
  • Nel Buddhismo, a parte gli ambienti monastici, la sessualità è sempre stata integrata nelle pratiche spirituali e le immagini sacre di divinità in amplessi sessuali sono molto comuni.

La stessa cosa vale in ogni tradizione spirituale del mondo, prima della nascita delle tradizioni monastiche e delle religioni monoteiste.

L’avvento delle tradizioni monastiche

Questa visione della sessualità è iniziata a cambiare intorno al 600 prima di Cristo, con la nascita del Buddhismo e delle principali istituzioni monastiche.

Il principio della rinuncia si diffuse nelle tradizioni spirituali e all’inizio veniva visto come uno dei tanti approcci spirituali (chiamato Hinayana nel Buddhismo), in cui si cercava di ridurre al minimo le distrazioni e le necessità materiali, per dedicarsi solo alla pratica spirituale.

Era una scelta personale di un praticante e non era migliore o peggiore di altre vie spirituali più inclusive, anzi spesso veniva vista anche come una scelta fin troppo estrema e non necessaria.

Però con il tempo le istituzioni monastiche che praticavano il celibato e la rinuncia acquisirono sempre più potere, perché erano meglio organizzate e più acculturate delle altre tradizioni.

Di conseguenza la visione della sessualità degenerò sempre più e con il tempo la sensibilità delle persone cambiò, così questo argomento smise di essere un aspetto naturale e divenne un taboo in molti ambienti spirituali.

È buffo però che nei templi monastici, nonostante questo argomento era ormai censurato, le immagini sacre antiche erano rimaste e spesso vedevi dipinti di divinità nel centro di amplessi sessuali in ambienti che invece erano rinunciatari e austeri.

Per ovviare a questo problema i maestri spirituali di queste istituzioni iniziarono a descrivere questi dipinti solo come metafore della realizzazione spirituale, che però era una piccola parte della verità.

Le religioni monoteiste

Le uniche tradizioni spirituali in cui la sessualità è sempre stato un taboo sono le principali religioni monoteiste: Cristianesimo, Ebraismo e Islam.

Questo perché la sensibilità delle persone di quell’epoca andava in questa direzione o probabilmente la sessualità era fin troppo degenerata in quel periodo, così si cercò di regolarla.

Queste tre religioni sono state le uniche ad addirittura perseguitare la sessualità e a vederlo come un peccato, in ogni altra tradizione spirituale è sempre stato qualcosa di sacro.

Però è interessante notare che nelle tradizioni spirituali iniziatiche di queste tre religioni (ovvero rispettivamente Gnosticismo, Kabbalah e Sufismo), che sono state anche il fondamento da cui sono nate le rispettive religioni monoteiste, la sessualità era vista come sacro e parte della pratica spirituale.

Quindi è ragionevole supporre che questa visione negativa della sessualità sia stata una degenerazione successiva, anche se non è facile capire le ragioni per cui è accaduto.

Sicuramente oggi possiamo affermare che la repressione sessuale delle religioni monoteiste non è un esperimento di successo, visti tutti i problemi che questo ha generato nella storia alle persone che seguono questo approccio e ai sacerdoti a cui viene messa una gonna di castità e non gli viene spiegato niente (finendo per generare abusi, pedofilia e altre degenerazioni).

Pratiche di sessualità sacra

In conclusione, a parte gli ambienti monastici rinunciatari e le tre religioni monoteiste, ogni altra tradizione spirituale ha sempre incluso la sessualità nel percorso spirituale.

In generale le pratiche sessuali e la sessualità sacra erano considerate molto avanzate e venivano insegnate molto avanti in un percorso spirituale, perché attivano delle energie molto forti in chi le pratica.

Probabilmente anche questo ha contribuito a far estinguere molte di queste pratiche, perché poche persone le conoscevano e arrivavano a farle, di conseguenza con il tempo si perdevano.

Una grande rivoluzione è avvenuta durante lo scorso secolo, soprattutto grazie a maestri come Osho, che hanno iniziato a insegnare la sessualità sacra a tutti liberamente.

Di conseguenza negli ultimi decenni c’è stato un revival della sessualità sacra e delle pratiche spirituali sessuali, che stanno tornando a diffondersi nel mondo.

Il potere della naturalezza

Questo è molto importante, specialmente oggi che la sessualità sta finalmente smettendo di essere un taboo e sta diventando un aspetto più libero e fluido nella nostra vita.

Infatti la spiritualità non può più ignorare questo argomento, ma deve diventare invece una via per comprendere le dinamiche della sessualità e utilizzarla come strumento di evoluzione interiore, così da integrarla al meglio nella nostra vita.

Rifiutare la sessualità genera spesso solo rigidità e stress, perché ti porta a separare la tua esperienza in compartimenti stagni che non comunicano tra di loro, in cui da un lato c’è la pratica spirituale e dall’altro la tua vita quotidiana (spirituale e materiale, puro e impuro).

Ma questa separazione danneggia prima di tutto te, perché così non riuscirai mai a integrare le tue esperienze spirituali in ogni ambito della tua vita, e questo è fondamentale per evolvere in quanto individui ed essere felici.

Allo stesso tempo se non sappiamo come utilizzare la sessualità, rischiamo di abusarne e di bruciarci, perché attiva delle energie molto potenti e bisogna saperle integrare bene.

Purtroppo il troppo stroppia sempre e in quanto esseri umani sottovalutiamo sempre il grande potere della naturalezza, esagerando in ogni cosa della nostra vita.

Questo potrebbe essere il classico consiglio della nonna ed è la principale istruzione che ho ricevuto dalla maggior parte dei miei maestri sulla sessualità: sii naturale.

Essere naturali significa semplicemente non rifiutare la sessualità e allo stesso tempo non farti distruggere da essa, ma tra tesi e antitesi cerca di giungere a una sintesi che funziona bene per te.

Perché la via di mezzo è sempre quella giusta nella vita, come avrebbe detto il Buddha, e siamo tutti diversi, quindi tu devi trovare la tua via per essere naturale nella sessualità e il tuo modo di integrare questo aspetto nella tua esperienza.

Nella mia vita ho provato tanti approcci diversi: il celibato per diversi anni, relazioni monogame brevi e lunghe, relazioni poligame con più partner consenzienti, ritenzione del seme, pratiche complesse tantriche di alchimia interna sessuale, ecc…

Alla fine sono giunto alla conclusione che tendiamo a iper razionalizzare la sessualità e così facendo la rendiamo troppo complicata, perché in realtà sono poche le cose veramente importanti da sapere quando facciamo l’amore e una volta capite dobbiamo solamente tornare ad essere naturali.

E in modo naturale dobbiamo anche integrare la sessualità nel nostro percorso spirituale.

Nei commenti fammi sapere cosa ne pensi.

Un caro saluto e sii felice!


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