Breve guida all’Alchimia Interna

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In ogni tradizione spirituale si parla di Alchimia Interna, ovvero una pratica che ha lo scopo di innescare specifici processi interni nella nostra biologia, per trasmutare la nostra Biochimica, la nostra Bioenergetica, la nostra Neuropsicologia e la nostra Epigenetica.

Eppure poche persone oggi sanno veramente cosa sia l’Alchimia Interna e come funzioni esattamente, perché queste pratiche sono considerate segrete in molte tradizioni spirituali e venivano trasmesse solamente da maestro a discepolo.

Solitamente queste pratiche combinavano posture specifiche, tecniche di respirazione (come la respirazione addominale o inversa o in contrazione o con apnea e così via), modalità per modulare l’attenzione, tecniche di visualizzazione dinamica, recitazione di mantra e teurgia tantrica.

Attraverso questi strumenti di lavoro su noi stessi, viene prodotta nel corpo una sostanza di cui parlano tutte le tradizioni spirituali, ovvero un nettare divino che ha la funzione di risvegliare il pieno potenziale degli esseri viventi e l’immortalità.

Nella zona Himalayana viene chiamata principalmente Amrita (o Soma che è un concetto leggermente diverso, dipende dalla tradizione di riferimento), ma in altre parti del mondo prende nomi diversi come Dutsi, Ganlù, Ambrosia, Santo Graal o Elisir di Lunga Vita.

Per fare questo nell’Alchimia Interna si effettuano 4 processi specifici: attivare il Corpo, aprire il Cuore, concentrare la Mente ed espandere la Coscienza.

In questo video voglio esaminare il funzionamento di queste pratiche, approfondendo questi 4 processi uno alla volta.

Primo processo: attivazione del Corpo

Il primo processo è l’attivazione del Corpo.

Si riferisce ad una attivazione forte e sostenuta della zona dell’addome nel Corpo, accumulando un grande quantitativo di energia e calore interno in questa area, che per esempio viene chiamata Dan Tien basso nel Taoismo cinese o si riferisce ai due chakra inferiori nella tradizione Vedica Indiana (Muladhara e Svadhisthana).

Per accumulare questo grande quantitativo di energia andiamo da un lato a risucchiare i fluidi dagli organi sessuali dal basso verso l’addome e dall’altro andiamo a spingere il diaframma verso il basso per creare pressione sempre nell’addome (non a caso nel Taoismo viene immaginato l’addome proprio come una pentola a pressione e un calderone in cui andiamo a lavorare le nostre essenze vitali), condensando così alti quantitativi di energia in questa parte del corpo attraverso specifiche tecniche di respiro, postura, visualizzazioni dinamiche e altre pratiche.

Questo primo processo per esempio nel Magnus Opus dell’Alchimia occidentale viene chiamato Nigredo, che significa annerimento o melanosi ed è legato all’elemento terra e al piombo. In ogni tradizione prende nomi diversi ma ha sempre lo stesso significato, per esempio viene chiamato Jing Qi nel Taoismo cinese o Vajroli nella tradizione Vedica indiana (ovvero una forma specifica di Prana). Qui lavoriamo prevalentemente sulla nostra Biochimica.

Secondo processo: Apertura del Cuore

A questo punto inizia il secondo processo, ovvero l’apertura del Cuore.

In questa fase l’energia più grezza viene raffinata e viene fatta circolare per tutto il corpo attraverso l’apertura del Cuore, utilizzando tecniche di respirazione verticali e non più orizzontali, che fanno passare l’energia dall’addome al torace, che viene chiamato Dan Tien medio nel Taoismo cinese o si riferisce ai due chakra medi della tradizione Vedica indiana (Manipura e Anahata).

Sempre nel Magnus Opus dell’Alchimia occidentale, questo secondo processo viene chiamato Albedo, che significa sbiancamento o leucosi ed è legato all’elemento acqua e all’argento. Invece viene chiamato Zhen Qi nel Taoismo cinese o Soma nella tradizione Vedica indiana. Qui lavoriamo prevalentemente sulla nostra Bioenergetica.

Terzo processo: Concentrazione della Mente

A questo punto inizia il terzo processo, ovvero la concentrazione della Mente.

In questa fase l’energia viene utilizzata per stimolare il nostro cervello e i nostri neuroni, che viene chiamato Dan Tien superiore nel Taoismo cinese o si riferisce ai due Chakra superiori della tradizione Vedica indiana (Vishuddhi e Ajna).

Qui prevalentemente andiamo a stimolare la secrezione di specifiche sostanze, ovvero ormoni e neurotrasmettitori come il DMT, che in realtà sono il vero significato del termine Amrita.

Questi liquidi che andiamo a secernere a partire dal nostro cervello sono propriamente il nettare divino che utilizziamo nella nostra pratica e che può risvegliare il nostro pieno potenziale, che in meditazione possiamo riconoscere come un liquido dal sapore metallico e dolce che si riversa dal palato sulla nostra lingua e che poi ingeriamo.

Sempre nel Magnus Opus dell’Alchimia occidentale, questo terzo processo viene chiamato Citrinitas, che significa ingiallimento o xanthosis ed è legato all’elemento aria e all’oro. Invece viene chiamato Shen Qi nel Taoismo cinese o appunto Amrita nella tradizione Vedica indiana. Qui lavoriamo prevalentemente sulla nostra Neuropsicologia.

Quarto processo: Espansione della Coscienza

A questo punto inizia il quarto e ultimo processo, ovvero l’espansione della Coscienza.

In questa fase andiamo a nutrirci dell’Amrita, riempendo il nostro intero corpo di questo nettare divino, attraverso ciò che viene chiamato l’unione dei tre Dan Tien nel Taoismo cinese o settimo chakra nella tradizione Vedica indiana (che sarebbe Sahasrara, che non è propriamente un chakra ma si riferisce al sistema nervoso nella sua interezza).

Il pieno completamento di questo processo è ciò che ci porta a realizzare la piena Illuminazione spirituale, che nelle varie tradizioni spirituali viene chiamato anche Corpo di Luce, Corpo di Arcobaleno, Corpo del Drago D’Oro, Corpo dell’Inca, Corpo del Cristo, e così via.

Nel Magnus Opus dell’Alchimia occidentale questo quarto e ultimo processo viene chiamato Rubedo, che significa arrossamento o iosis ed è legato all’elemento fuoco e al mercurio. Qui lavoriamo principalmente sulla nostra Epigenetica per trasmutare il nostro DNA.

L’importanza di una guida

Questo conclude una visione generale dell’Alchimia Interna, che ovviamente è una pratica profonda e sofisticata, e necessiterebbe di ben più di un video per essere approfondita.

Concludo questa breve guida sottolineando l’importanza di una guida nel fare queste pratiche, perché soprattutto oggi nell’epoca della spiritualità New Age e commerciale, è facile imbattersi in tante informazioni superficiali ed errate nel mondo di internet.

Invece se si vuole andare veramente in profondità in una pratica come questa, è consigliabile praticarla all’interno di una tradizione spirituale autentica, in cui è stata elaborata e raffinata nel corso di migliaia di anni.

Preservare questo tipo di pratiche ormai quasi estinte e condividerle con il mondo è ciò che considero uno degli aspetti più importanti del mio lavoro.

Nei commenti fammi sapere cosa ne pensi.

Un caro saluto e sii felice!


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  • Grazia 26 Luglio 2023

    meravigliosa spiegazione dei sintomi che provo quando faccio la respirazione inversa imparata nei tuoi seminari di NEJ QY GONG